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Lettera

14 ottobre 2017

Ho ricevuto e  volentieri pubblico questa  lettera  firmata  G.M

Perché la prostituzione deve smettere di avere quell’aura di degrado che si porta appresso da sempre

Quando si pensa alle prostitute, subito si pensa a un mestiere degradante, fatto in zone oscure delle città o dei paesini di campagna, a ragazze messe per strada con la neve e il sol leone, svestite in ogni stagione, in campagna col fuoco acceso e la sedia, mentre in città le si immagina in piedi ad aspettare il prossimo cliente pronto a far fare loro chissà quali azioni aberranti e probabilmente anche picchiate, stuprate e tiranneggiate da un magnaccia magari di stampo mafioso.

Ebbene, per quanto ciò sia successo e accada ancora oggi, per una buona fetta dei casi non è così.
È pur vero che, per certe ragazze straniere irretite da false promesse di un buon lavoro in un paese del primo mondo, ciò è accaduto davvero: la tratta e lo sfruttamento della prostituzione accade ancora, anche nei paesi del Primo Mondo. È ovviamente è disgustosa oltre che illegale. Ma questo non significa che tutte le prostitute, e nemmeno la maggior parte di loro, siano delle schiave sessuali.
Tuttavia, spesso chi parla così non si è nemmeno minimamente avvicinato a questo mondo, e parla per sentito dire e per luoghi comuni.

Dunque come si svolgono realmente i fatti, in questa buona parte di casi di prostitute volontarie?
Alcune di loro sono disoccupate che non hanno di che lavorare e/o non se la sono sentita di accettare lavori sottopagati magari con un numero di ore alto, magari sono madri giovani e ancora piacenti che hanno debiti da pagare.
Altre sono ragazze che arrotondano per pagarsi gli studi, o per pagarsi tutte quelle belle corbellerie (magari inutili) che se fossero impegnate, comprerebbe il loro uomo. Addirittura, ci sono stati casi di baby prostitute che lo facevano per pagarsi le ricariche telefoniche. Altre ancora sembrerebbero farlo (anche) per passione e divertimento.
Come uscire dall’idea che una peripatetica non sia necessariamente una sfruttata?
Semplice, frequentandole o anche mettendosi nei panni di una donna che ha bisogno di soldi e non sa da dove tirarli fuori.

Facciamo due conti: una donna disoccupata, che magari da mesi non trova lavoro (neanche a nero) e sta finendo i risparmi perché i soldi della disoccupazione (quando la si prende) non bastano (o non ci sono affatto), la cui prospettiva di finire a fare un lavoro a nero sottopagato e senza garanzie non alletta e magari nemmeno le garantirebbe l’arrivare a fine mese, ha ben poche alternative.
Perciò magari indagano un po’ su quali zone della città sono più rifornite di peripatetiche, si scelgono un angolo di marciapiede e lo occupano, esercitando la professione liberamente, senza dovere soldi a nessuno.
Alchè qui qualcuno potrebbe pensare: ma se sta in strada, rischia di essere notata dalla malavita!
E probabilmente potrebbe avere ragione. Perciò quelle che esercitano su pubblica strada sono quelle più a rischio, oltre che di fare brutti incontri, di ammalarsi a causa delle condizioni meteo quando queste ultime sono turbolente. Certo, è dura, ma pensate che non sono le uniche: ci sono i pony express in moto che stanno spesso al freddo e anche col vento, gli operai, i carpentieri. E sono quasi tutti uomini. Però, se l’Onu stessa ha detto che l’italia è uno dei paesi più sicuri per le donne, allora quando sentiamo parlare di femminicidi non dovremmo sentire per la maggior parte che sono state uccise delle prostitute? No, la maggioranza dei femminicidi è in realtà uxoricidio.

Peraltro, il mestiere può anche essere esercitato in un appartamento affittato apposta: molte di loro hanno una casa e una bottega, in una esercitano e nell’altra abitano. Per adescare clienti, mettono annunci in rete. E spesso questi appartamenti sembrano sempre disabitati, o si vede la luce filtrare da persiane perennemente abbassate o chiuse. I vicini possono fare congetture e sospettare, possono sentire rumori, tuttavia sono rumori che si sentirebbero in qualunque appartamento (ci sarà pur sempre una coppietta focosa in un appartamento che produce gli stessi rumori, prima o poi) ed è comunque una soluzione molto più discreta e comoda che non mettersi a un angolo della strada, di notte. Inoltre se nessuno sa con certezza, difficile che la faccenda venga scoperta. Mentre una donna poco vestita che sta tutta la sera ad aspettare non si sa chi, è fin troppo ovvio chi stia aspettando e cosa stia facendo.
Indi per cui, se nessuno (a parte i tuoi clienti) sa che eserciti la professione, sarai difficilmente raggiungibile dalla malavita.

A ben pensarci, poi, credo che nessuna sarebbe così stupida da non tentare almeno la fuga per denunciare il fatto alle forze dell’ordine. Ma il fulcro della faccenda, è che queste donne lo fanno per loro libera scelta, in primis. Se poi interviene la malavita, questo noi non possiamo saperlo con certezza, inoltre per la malavita stessa è molto più rischioso, costoso e faticoso organizzare traffico di esseri umani che non traffico di droga, che a conti fatti è ugualmente redditizio e meno faticoso.
Anzi, analizzando le polemiche, si insiste molto di più nell’affermare che la prostituzione è degradante per la donna perché un uomo la costringerebbe a dispensare favori sessuali. Ma l’offerta di prestazioni sessuali è fatta dalla donna stessa in questo caso, e non da un fantomatico protettore. Diversamente, non credete che molte prostitute avrebbero chiesto ai loro clienti di aiutarle chiamando le forze dell’ordine? O che almeno uno di questi clienti si sarebbe reso conto che qualcosa non andava? E ancora, non sarebbe più facile pensare che queste donne sfruttate avrebbero quasi esclusivamente una clientela particolare (leggasi: criminale), a cui non importa minimamente dello stato di salute e di consenso delle ragazze e della possibilità che esse stiano esercitando la professione sotto minacce e costrizioni (e che magari le esercitano loro stessi)? Questo almeno, nei casi di quelle che si prostituiscono per guadagnarsi la pagnotta.
Perché per una ragazza nel fiore degli anni, di buona famiglia, avrebbe più senso trovarsi un lavoretto part time per pagarsi gli sfizi che non farsi sfruttare dalla malavita, per cui le escludo a priori. Questo è il motivo per cui non è possibile che tutte le prostitute siano sfruttate e per cui non è possibile tutti i clienti siano dei maiali abusatori misogini.

E nel caso di quelle ragazze che lo fanno e sembrano divertirsi, beh, se hanno l’aria di divertirsi sicuramente non sono delle povere schiave. Al massimo possono essere delle brave attrici o delle genuine goderecce. Ma per il pensiero moralista odierno, è impossibile pensare che esistano donne così.
Forse non dovrei dirvelo e penserete che sono un degradato, ma per scoprire queste cose ho frequentato prostitute d’appartamento e parlato con amici. Tutti loro, mi hanno detto che parlando con le prostitute, anche di strada, non ne hanno trovata una che abbia il magnaccia. E nemmeno io: quasi tutte quelle con cui sono stato erano d’ appartamento, libere e indipendenti, e quasi tutte sembravano divertirsi molto a esercitare. Una addirittura mi dichiarò apertamente di farlo per passione. E credetemi, non sarei capace (io, ma anche tanti altri come me) di andare con una ragazza che sembra essere anche vagamente e lontanamente impaurita o costretta.
Per cui, direi che considerare le prostitute delle povere sfruttate degradate è una grossa esagerazione. Queste sono donne che hanno trovato un modo divertente e relativamente facile di lavorare e anche di fare soldi, in quanto comunque le tariffe sono analoghe a quelle di uno psicoterapeuta ma totalmente esentasse, in quanto totalmente a nero. Com’è che si dice, se sei bravo a fare una cosa mai farla gratis? E a quanto pare, oltre a non farla gratis, si divertono anche (non tutte e non sempre, comunque). Cosa pensereste di una persona che fa un lavoro che gli piace, non gli pesa e guadagna pure? Che ha coronato il suo sogno? Beh, per quanto sembri assurdo e improbabile, potrebbe lontanamente essere. Qualcuno sicuramente mi darà del pazzo e mi dirà che nessuna donna sogna di fare la marchettara, ebbene a quanto pare, anche se non era il sogno della loro vita, sembrano tutto meno che tristi. Perciò hanno trovato un lavoro che ha caratteristiche che molti vorrebbero avere nel proprio impiego ma che viene definito “degradante”. (Ma scusate, quanti di voi fanno il mestiere dei propri sogni?) E anche se non sono felici, non sembra di certo depresse. Almeno loro.
Quelle che ho incontrato io erano mercenarie e felici di esserlo, o almeno lo apparivano. Anche se alcune di loro esercitavano come si esercita un qualunque lavoro di ufficio, come delle pratiche da sbrigare. Come un lavoro d’ufficio, ma pagato meglio. Tutto sommato non sembrerebbero passarsela così male, no? A me tutto questo non sembra degrado. Al massimo, può farmi arrabbiare pensare che una donna possa godere del sesso essendo pagata e un uomo quasi per niente.
Qualcuno potrebbe obiettare: “ma è una recita per far piacere al cliente!”
beh, anche se fosse una recita nella maggior parte o totalità dei casi, direi che una ragazza sfruttata difficilmente sarebbe nelle condizioni di recitare bene. E non siamo così stupidi da non accorgerci mai quando una recita.

Volendo passare a una questione di mero denaro, se ogni seduta con ogni cliente costa almeno 50 euro a nero (quindi netti) e di clienti ce ne sono almeno 2 al giorno, e si lavora 6 giorni su sette, entrano 100 euro al giorno e 600 euro a settimana. In un mese, approssimativamente, sono più di 2400 euro. E non mi pare poco. Certo, devono coprire le spese dell’affitto, ma questa è la cifra più bassa che ho ipotizzato. E se la ragazza è brava e fidelizza il cliente, le entrate si regolarizzano. Certo, è un calcolo molto approssimativo, che non calcola che potrebbero non esserci giorni senza clienti (è il rischio del lavoro a cottimo, se non c’è niente da fare non si guadagna) ma se le cose girano per il verso giusto (e non è poi così difficile, dato che alla fine a mercenarie ci va un po’ chiunque) i denari non mancano.
Sarò becero e cinico, ma tra una casalinga, una cassiera del supermercato, una commessa, una parrucchiera e una prostituta, chi è che guadagna di più con poco sforzo e senza nessun bisogno di titoli di studio o fare colloqui di lavoro, per cui lavorando anche senza padrone (e senza frustrazioni di non venire mai scelte, senza mai sentirsi più dire “le faremo sapere”)? A conti fatti sono imprenditrici di loro stesse, donne indipendenti in ogni senso. Anche questo sarebbe degrado?

Pensando a tutto questo, viene davvero difficile credere che fare la prostituta sia un lavoro così orribile. Non sono nemmeno costrette ad accettare tutti i clienti: quelli più sgradevoli possono ancora rifiutarli, perché anche alzando la tariffa il gioco non varrebbe la candela e non le aiuterebbe a superare lo schifo (mentre certe altre donne “non mercenarie” che si fidanzano con uomini molto più vecchi e ricchi di loro sarebbero capacissime di farlo). Per non menzionare il fatto che poi, se un cliente non volesse pagare, possono sempre chiamare la polizia e dire che un uomo si è introdotto in casa loro con intenzioni malevole (ed essere credute a tavolino).

Per quanto riguarda la regolarizzazione e la legalizzazione, sappiate che renderebbero solo le prostitute più controllate e sottratte alla malavita, ma con la pressione fiscale di questo paese sarebbe poco redditizio. Inoltre pare che in germania, dove sia legale, le tariffe siano basse e per guadagnare debbano fare molti extra, e che perciò siano molto stressate. Per di più, legalizzare qualcosa che prima non lo era non significa toglierlo del tutto alla malavita: il tabacco ha il monopolio di stato eppure si vendono ancora sigarette di contrabbando. E lo stesso si potrebbe dire della marijuana e altre droghe leggere ricreative.

Inoltre, la società occidentale (ma anche quella umana in generale) non ha ancora capito che, dietro quel corpo offerto così spudoratamente, c’è comunque una persona. E non si è ancora liberata del ragionamento “donna: madonna o puttana”.
Si pensa ancora alle donne in modo dicotomico, come se non ci fossero vie di mezzo tra le donne pure e caste che lo fanno solo per dare un figlio a dio o per dovere coniugale (magari arrivate vergini al matrimonio), e quelle che “fanno scempio” (le virgolette sono volutamente sarcastiche) del proprio corpo usandolo come se non fosse loro, a destra e a manca, non importa se sotto pagamento o no.
Voglio dire, se avete una fidanzata disinibita allora la chiamate “troia” con disprezzo, pur godendo della sua disinibizione? Se una donna si concede facilmente anche a uomini qualunque, non particolarmente belli o ricchi, allora merita di essere chiamata “troia” con disprezzo? No, o almeno finché questo epiteto avrà quella connotazione dispregiativa. Molti epiteti, peraltro, hanno connotazioni dispregiative che non meritano e che vengono usati impropriamente (parole come coglione, che è solo un testicolo, per esempio), “puttana” e affini è una di queste. Se per dartela non ti fa pagare nulla, né la prestazione, né la cena nè l’aperitivo allora non hai a che fare con una troia, perché non stai pagando nulla. O, per essere più precisi (oltre che anglofoni) una “gold digger”.
Qui sta lo snodo più importante di questa faccenda, il degrado che si attribuisce alle prostitute è dato dal disprezzo che tutti hanno sempre attribuito loro senza un valido motivo. O forse, anche dall’invidia delle altre donne che non potevano esercitare e fare in qualche modo valere il loro valore intrinseco, perché già ingabbiate in un vincolo matrimoniale (o banalmente che non potevano divertirsi con altri uomini per lo stesso motivo). Bisogna proprio smettere di pensare che le prostitute non siano vere donne ma esseri a parte che sono scesi fino al grado di paria, perché come ho detto prima, dietro quel corpo c’è pur sempre una persona che magari ha (come tutti) degli affetti, degli interessi, dei sentimenti, delle emozioni, delle passioni e quant’altro. Invece quando si guarda una prostituta, si vede solo un corpo e non una lavoratrice e tantomeno una persona. Dovrebbe essere semplice pensarlo, eppure nessuno lo fa. Certo, nessuno vorrebbe la moglie sul marciapiede, ma tra non volere la moglie sul marciapiede e non volerne nessuna, c’è un abisso. E si chiama libera scelta.

Una libera scelta che, peraltro, hanno quasi solo le donne. Avere una scelta è un privilegio e una libertà. Ed è una libertà che gli uomini non hanno: solo pochi di loro possono permettersi di pensare di prostituirsi, quelli belli e fisicati. Invece ogni donna che non sia proprio troppo brutta (anzi, anche quelle a conti fatti) può farlo. Ci sono prostitute donne per ogni gusto e tasca: alte, basse, grasse, magre, belle, brutte, giovani e persino vecchie. E non è solo (anzi, quasi per niente) per accontentare i gusti dei maschietti: c’è talmente tanta penuria di possibilità sessuali per gli uomini medi, là fuori, che tanti di loro vanno a prostitute e magari quelle anziane e non proprio piacenti attraggono anche a causa di tariffe più basse. Quasi ogni donna, a causa del valore intrinseco sessuale alto che possiede, può andare a fare marchette, gli uomini non hanno questo privilegio e questo valore per cui solo l’elìte di belli e fisicati può tentare di farlo. Oppure, possono tentare la strada del travestitismo (sì, piacciono anche agli eterosessuali) che altro non è che una prova del valore intrinseco quantomeno dell’aspetto femminile. Le prostitute hanno così tanti clienti anche per questo. Gli uomini non super belli, valgono sessualmente tanto quanto possono permettersi di pagare agli occhi della società donnista.
Pensateci: se i gigolò sono tutti super belli e le prostitute invece di ogni tipo, quale dei due sessi ha il valore sessuale più alto? E quale dei due sessi ha i gusti più omologati in fatto di sesso? Quale dei due sessi ha più opportunità sessuali, se le prostitute sono tantissime e i gigolò in proporzione molto di meno? E chi ha in mano l’80% dell’offerta sessuale e l’80% della domanda? E perché la domanda e l’offerta sono sbilanciate, anzi ESISTONO in un campo come questo? (in parte, è anche dovuto agli uomini che non amano le libertine perché temono siano poco fedeli e hanno paura di perderne il controllo, in quanto dal punto di vista riproduttivo non sanno se hanno veramente in grembo il loro sperma, per cui una paura ancestrale).

E per concludere, anche se una donna può essere a favore della prostituzione, sappiate che se le fate notare che ha questa possibilità si arrabbierà. Ma questa è la verità. Facciamo due conti: chi tra una marchettara, una casalinga e due barboni vive in condizioni più disagiate? Le donne hanno la possibilità di scegliere di fare marchette, di essere mantenute o di lavorare, un uomo può solo lavorare (e mantenere la sua donna) o morire. Questo ovviamente, vale solo per quelle donne che pensano che prostituirsi (o farsi mantenere) possa essere una valida alternativa. Una donna può sentirsi una fallita a livello personale se si fa mantenere dal marito, ma la società non le darà mai la colpa. Una donna disoccupata non sarà mai buttata fuori di casa dal suo uomo. Mentre per gli uomini, la pressione è doppia: saranno buttati fuori di casa e ritenuti dei falliti da tutti. E nemmeno possono vendersi così tanto facilmente il deretano.

Io vorrei davvero un mondo dove i sex worker fossero egualmente uomini e donne senza disparità di valore, e che diventino solo uno svago per single ambosessi, o usati come scappatella da gente sposata insoddisfatta sessualmente dal coniuge. Questo purtroppo sono i gigolò per le donne, oltre che richiesti perché più belli dai mariti; mentre per gli uomini spesso non è che l’unico sfogo a una solitudine di cui a nessuno importa e che è una condizione di costrizione se non sei appartenente all’elitè dei super belli o se sei single (e da uomo ci rimani a lungo, ed uscirne non è facile).

17 commenti leave one →
  1. Daniele permalink
    15 ottobre 2017 00:26

    >>>>
    .E nemmeno io: quasi tutte quelle con cui sono stato erano d’ appartamento, libere e indipendenti, e quasi tutte sembravano divertirsi molto a esercitare. Una addirittura mi dichiarò apertamente di farlo per passione.
    >>>>

    Premesso che condivido gran parte di quanto è scritto in quella lettera (vera o falsa che sia…), mi viene da sorridere quando leggo affermazioni del tipo:
    “… quasi tutte lo fanno per divertimento e/o passione”…
    Ma quale divertimento…? E quale “passione”…?
    Lo fanno solo per soldi: punto.
    Queste sono solo idee maschili, nonché parole “buttate là” per “ornare” un po’ certi racconti in maniera tipicamente maschile, per l’appunto, poiché non è certamente una novità il fatto che gli uomini tendano ad attribuire alle femmine, pensieri, desideri e passioni che in realtà non albergano quasi mai nelle menti femminili.

    Per essere più chiaro: qualche prostituta l’ho conosciuta anch’io, perciò so di cosa parlo.

    • 15 ottobre 2017 11:57

      La lettera è vera

    • plarchitetto permalink
      15 ottobre 2017 18:40

      Daniele, ti do una notizia da cui probabilmente non ti riprenderai tanto facilmente.
      Si possono fare cose per soldi…e per divertimento e/o passione.
      Eh si…
      E’ terribile, ma è così. Entrambe le cose.
      Inaudito.
      Anch’io non volevo crederci.
      Ma poi mi son dovuto arrendere.

      *rimango sempre stupito e ammirato dagli indefettibili conoscitori di “tutto” il genere maschile e femminile.
      Ma proprio tutto tutto.
      Ma tutto tutto tutto tutto…

  2. antifemminismoragusa permalink
    15 ottobre 2017 20:32

    In seguito alle leggi supersessiste femministe (divorzi con obllighi unilaterali, stalking anche per corteggiamenti non graditi, denuncie di molestie anche per un buongiorno ecc. ecc.) l’unico modo per avvicinare una ragazza senza rischiare galera e multe salate erano le oneste mignotte. Dico erano perchè ultimamente quelli a essere perseguiti sono i clienti. I falsari usurai pedofili ci vogliono fare accoppiare con le donne di gomma come le bestie. Tutto questo deve finire costi quel che costi.

  3. Paolo permalink
    17 ottobre 2017 01:34

    questa lettera è stata probabilmente scritta da un uomo fisicamente brutto e frustrato che non accetta il fatto che una donna ha tutto il diritto di essere attratta da uomini belli e fisicati come un uomo è attratto da donne belle, con un bel corpo, non c’è nulla di omoogato. Mettetevi i testa che una donna che rifiuta un uomo brutto pr andare con uno bello sta esercitando un suo sacrosanto diritto come noi abbiamo il diritto di rifiutare donne che non ci attraggono fisicamente. Io non andrei mai a letto con una donna che trovo brutta e non pretendo che le donne vadano a letto con uomini brutti se non li trovano attraenti.Le donne hanno il diritto di rifiutare sessualmente qualunque uomo per qualunque motivo e gli uomini idem verso le donne
    Il mero fatto che le prostitute vecchie e non belle abbiano tariffe basse è indicativo di come il bell’aspetto conti per gli uomini come conta per le donne.
    E se ve lo chiedete: io sono magrolino e non “fisicato” quindi non parlo pro domo mea ma parlo a favore di tutti coloro che hanno preferenze estetiche nella scelta del partner e hanno il diritto di averle senza essere chiamati superficiali o omologati

    • michele permalink
      17 ottobre 2017 16:22

      L’uomo viene scelto anche in base hai soldi e allo status sociale, se caratterialmente sono compatibili e la pecunia copre le carenze estetiche la donna potrebbe benissimo scegliere anche un uomo non bellissimo.
      In quanto alle prostitute presumo che essendo un servizio a pagamento abbiano canoni diversi senza contare che non viene mai considerato il fatto che esista una disparità sessuale a vantaggio femminile

      • Paolo permalink
        17 ottobre 2017 17:39

        se ci fosser omolte donne non bellissime e ricche gli uomini ragionerebbero nello stesso modo. Del resto, i cacciatori di dote ci sono sempre stati,i gold digger non sono solo donne

  4. Paolo permalink
    17 ottobre 2017 19:08

    comunque sia in linea di massima e pur con eccezioni la bellezza fisica maschile piace alle donne quanto la bellezza femminile piace agli uomini (mi riferisco agli eterosessuali ma per i gay il discorso si equivale), accettatelo. E poi il fatto che un cliente abituale di prostitute magari obeso e brutto sia sinceramente convinto che queste donne “si divertano” ad andare con lui è veramente comico. Anche lo stesso autore della lettera sembra avere un attimo di consapevolezza quando si chiede se le prostitute che conosce siano brave attrici o genuine goderecce: caro mio la risposta è che stanno fingendo di godere perchè sanno che è questo che il cliente vuole, in realtà hanno schifo del tuo corpo e del tuo odore, schifo, nient’altro che schifo. Probabilmente vomitano dopo che tu te ne sei andato ma tu crogiolati pure nell’idea che godano a farsi toccare e penetrare da uomini (spesso brutti e sporchi) che non hanno scelto e mai avrebbero voluto. E’ incredibile: io mai e poi mai vorrei andare con una donna se avessi anche solo il minimo sospetto che questa non mi gradisce ma a voi puttanieri non importa, tanto pagate. Che pena, io preferisco masturbarmi a vita piuttosto che andare con una donna a cui faccio schifo ma che viene con me solo perchè pago. Il sesso è piacere reciproco, è passione oppure non è. Io la penso così

  5. plarchitetto permalink
    18 ottobre 2017 08:45

    A parte che verrebbe da dire…”chi se ne strafotte di cosa pensa in proposito di sesso un grande intellettuale dispensatore di luoghi comuni, che risponde al nome di Paolo”.
    Quello che commuove, è l’assoluto mancanza del senso del ridicolo d’un personaggio senza arte ne parte, che pretende di raccontare, come se fossero verità rivelate sul monte Sinai, cose di cui (per sua stessa confessione) non sa assolutamente nulla.
    Cose di cui non ha nessuna cognizione diretta, ma che pretende di raccontare “al vero”.
    Forse ne avrà sentito parlare…
    Le presume.
    Ci prova.
    Si inoltra persino a raccontare i dettagli delle copule mercenarie come se fosse li; come se vi avesse assistito mai di persona.
    Ne sente addirittura gli odori.
    Ne percepisce addirittura le reazioni fisiologiche (il sudore e il vomito).
    Naturalmente noi, che siamo uomini di mondo, decodifichiamo immediatamente lo sgangherato assalto del buon Paolo.
    Propaganda.
    Non è un ragionamento di senso compiuto.
    E’ propaganda.
    Della peggior risma: quella conto terzi (…da buon zerbino, lavora alle cause altrui lui).
    Il suo ruolo è quello di creare indignazione, raccapriccio, nausea.
    E odio.
    Il fine è come sempre quello della denigrazione maschile….: “ma a VOI puttanieri non importa, tanto pagate”.

    Quindi ora..
    NOI,
    dovremmo rispondergli che è solo un povero femminista castrato e impotente.
    Ma NOI non glielo diremo.

    NOI,
    dovremmo rispondergli che è solo un onanista rancoroso.
    Ma NOI non glielo diremo.

    NOI,
    dovremmo rispondergli che è solo un leccavagine sfigato in cerca di favori femminili.
    Ma NOI non glielo diremo.

    NOI non gli diremo tutto questo.

    Come al solito, NOI lo ignoreremo…

    • Paolo permalink
      18 ottobre 2017 11:21

      ma dimmi pure che sono un leccavagine sfigato o un onanista rancoroso (anche se nessuno è più rancoroso verso le donne di un “men’right activist”), dimmi pure che sono uno zerbino delle femministe anche se alcune femministe mi danno del sessista quando critico i loro punti di vista sull’ “oggettificazione sessuale”.
      Solo una cosa: io non denigro il maschile, denigro i puttanieri in particolare derido i puttanieri convinti che le prostitute godano quando sono pagate apposta per fingere di trovarli irresistibili. Ma i puttanieri per fortuna non rappresentano tutti i maschi eterosessuali

      • Paolo permalink
        18 ottobre 2017 11:52

        quando andiamo al ristorante nessuno crede che i camerieri “godano” a portarci da mangiare, sappiamo che li pagano per farlo

      • plarchitetto permalink
        18 ottobre 2017 11:56

        Al contrario, tu invece rappresenti tutti i cervelli formattati (volontari in ferma permanente effettiva del pensiero mainstream).
        Un consiglio: quando scrivi qui, verifica prima la sintassi e le connessioni logiche.
        Se scrivi VOI in un blog, per forza di cosa intendi quelli a cui il blog fa riferimento.
        Le sterzate ex-post non servono a nulla. Non abbiamo l’anello al naso.
        Non sei sul blog di ricciocorno e sorelle.
        Qui sei in uno spazio maschile, che il buon Mauro mette a disposizione (mai abbastanza i grazie).
        Qui se sbagli una parola o cerchi di fare proseliti vieni impallinato senza pietà.
        Almeno da me.
        Tieni a bada i tuoi isterismi femministi, il tuo lessico da leccavagine, le tue “originaliiiissime” argomentazioni e non avrai problemi.
        Qui…prima di entrare a sparare petardi, premurati che abbiano una miccia abbastanza lunga per non esploderti in mano.
        La battaglia s’è fatta dura caro il mio Paolo.
        Ora contano anche i dettagli.
        E ancor di più lo spirito con cui si dicono le cose.
        C’è in gioco una cosuccia che si chiama onore.
        Buon nome.
        Reputazione.
        Se scavi in quel residuo di anima maschile che t’è rimasto, avendo fortuna ne potrai trovare qualche traccia.
        Altrimenti; cazzi tuoi.
        Ripeto: non siamo fessi.
        E’ finito il tempo dei contorsionismi verbali e logici.
        Avete scelto la lotta di genere? Bene!
        Ma come in quella “di classe” stanno tornando a volare le chiavi inglesi.
        Quelle Cr-Mo 48 pollici.

        Siamo uomini. Siam fatti così!

        Hasta!

      • Paolo permalink
        18 ottobre 2017 13:12

        “voi” era riferito all’autore della lettera (che presumo essere un frequentatore di prostitute) e a tutti quelli come lui che pensosi si domandano se le prostitute siano brave attrici o godano davvero ad andare con uomini che non hanno scelto e si suggeriscono che sì certo sono “genuine goderecce”. Il fatto che qualcuno possa pensare che chi è pagato apposta per farti venire un orgasmo se la stia senza dubbio alcuno godendo continua a farmi ridere

  6. plarchitetto permalink
    18 ottobre 2017 14:30

    Paolo, non affannarti.
    Tu stai alla comprensione dei meccanismi erotici del genere umano, come un crostaceo sta alla “teologia sistematica”.
    D’altronde, date le tue frequentazioni culturali non stupisce.
    Fuggine finché puoi…rifatti una vita 🙂

    • plarchitetto permalink
      18 ottobre 2017 14:37

      Paolo, un consiglio…
      Data la pregnanza e l’alto valore comunicativo, la tua frase:

      “in linea di massima e pur con eccezioni la bellezza fisica maschile piace alle donne quanto la bellezza femminile piace agli uomini”

      volevo farla realizzare in 3D cubitale, e collocarla all’ingresso di casa.

      Sono indeciso se costruirla in marmo bianco di Carrara o in acciaio inox.

      Che mi consigli?

      Vorrei che risultasse non meno di una trentina di metri di dimensione (altezza, almeno otto), così che si possa vedere anche dal satellite a chi visualizza Google Maps.

      Purtroppo, i primi preventivi risultano un po’ cari.
      Ma per una frase così, l’impegno economico è un fattore secondario.
      Per divulgare la cultura non si deve badare a spese.

      * naturalmente la firma in calce risulterà la tua: non sia mai!
      Sto valutando anche…”Il sesso è piacere reciproco, è passione oppure non è”…..per la casa di campagna.

  7. antifemminismoragusa permalink
    18 ottobre 2017 15:58

    I clienti delle prostitute non vanno criminalizzati, non vanno perseguiti. Basta oppressione femminista!

  8. 18 ottobre 2017 21:17

    Ho letto i vari commenti e ringrazio Plarchitetto per le belle parole su questo spazio che mi sono inventato apposta per dare voce a chi veniva bannato da certi spazi …sulla prostituzione inutile che mi ripeta, ho scritto più di un post e li vi mando https://femdominismo.wordpress.com/2016/05/08/non-per-tutti/

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