La bella e le bestie
In questi giorni ha fatto molto discutere questa sentenza
In sostanza la ragazza non poteva essere stuprata perchè era troppo brutta, (più o meno il discorso è quello)
Prima di proseguire su un terreno scivoloso, voglio scrivere una premessa “Lo stupro è una forma di violenza su una persona (uomo o donna che sia) lo so che adesso Paolo scriverà “Ah beh però se è Demi Moore hai voglia di parlare di stupro ” Invece si ,se non c’è il consenso è stupro
Sta il fatto che i media politicamente corretti hanno gridato allo scandalo “Come si permettono di fare questa distinzione” francamente , per quanto mi riguarda, sono anche d’accordo ,centra se c’è in consenso ,l’unica discriminante per giudicare se è stupro oppure meno
Strano a dirsi, chi se lo ricorda il presunto stupro avvenuto ormai alcuni anni fa che ne hanno parlato anche le iene , dove due ragazzi (era un rapporto a tre) sono stati denunciati anche se loro dicono che era tutto consensuale ?
Orbene alcune pagine femministe gli hanno descritti (ovviamente in modo ironico) come due “Adoni” (in definita era cosi brutti che potevano solo stuprare) quindi non poteva essere una falsa accusa (che sia mai ) ma uno stupro in piena regola
Come vedete entra sembra il massimo comun divisore ( o il minimo comun moltiplicatore) dell’avvenenza fisica, solo che, da una parte si grida sgomento ai quattro venti , per gli altri invece c’è un vento flebile
Come si vede il famoso “Non è bello ciò che è bello” vale a targhe alterne
Puntuale l’urlo dei media.
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Ho appena pubblicato un articoletto sul tema, prendendo spunto proprio dalle ultime “Sentenze choc!”
https://altrosenso.wordpress.com/
Grande Rino, lo riporto anche su facebook nel gruppo uomini beta in movimento
Questa volta, pare che la nostra “razza” sia fuori dalla mischia.
Donne le autrici dell’infamia.
Uomo il procuratore generale che impugna la sentenza.
Godetevi questi rari momenti di gloria bastardi.
Non ne avrete molti altri.
io punto è un altro: lo stupro non ha a che fare con l’avvenenza della vittima nè del carnefice, i quali possono essere belli o brutti. pertato ogni osservazione sull’aspetto fisico o il se appeal di vittime e carnefici è irrilevante.
Su Demi Moore, dubito che abbia la forza fisica per stuprare un uomo adulto e in forze
Paolo
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pertato ogni osservazione sull’aspetto fisico o il se appeal di vittime e carnefici è irrilevante.
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No, non è irrilevante.
Le vittime di violenza carnale sono perlopiù (che non significa sempre) negli anni di massima riproduttività per le donne, fra i tredici e i trentacinque, con una media che, nella maggior parte delle raccolte di dati, si situa a ventiquattro anni.
Solo in casi molto più rari vengono violentate donne anziane e infeconde.
La distribuzione per età è ben diversa da quella delle vittime di altri crimini violenti e opposta a quella che ci si dovrebbe aspettare se i violentatori scegliessero le loro vittime in base alla vulnerabilità fisica o della probabilità che occupino posizioni di potere.
Inoltre, i succitati violentatori non sono rappresentativi, dal punto di vista demografico, del sesso maschile.
Sono nella stragrande maggioranza giovani, fra i quali la competitività sessuale raggiunge la massima intensità.
E, benché si presuma che siano “socialmente condizionati a stuprare”, si liberano “misteriosamente” da questo presunto condizionamento invecchiando.
In merito, aggiungo che l’accoppiamento coatto è universalmente diffuso fra le specie nel mondo animale, il che fa pensare che la selezione non lo abbia rigettato, ma favorito.
Lo si trova in molte specie di insetti, uccelli e mammiferi, fra cui nei nostri parenti oranghi, gorilla e scimpanzé.
Molti anni fa, Susan Brownmiller scrisse che le teorie biologiche dello stupro sono “fantasiose”, perché “in termini di strategia riproduttiva l’eiaculazione singola e d’incerto successo del violentatore è una sorta di roulette russa a confronto del periodico accoppiamento consensuale”.
Ma il periodico accoppiamento consensuale non è alla portata di tutti gli appartenenti al sesso maschile e predisposizioni a rapporti sessuali di incerto successo potrebbero essere, dal punto di vista evoluzionistico, più efficaci di predisposizioni che rischiassero di portare a un’assenza di rapporti sessuali.
La selezione naturale può operare efficacemente con piccoli vantaggi riproduttivi, piccoli fino all’1%.
Sto evidenziando ciò, perché il primo passo per capire la violenza consiste nel mettere da parte l’avversione che ci suscita, per un periodo di tempo sufficientemente lungo da consentirci di esaminare perché essa a volte paghi in termini personali o evoluzionistici.
Il che richiede di rovesciare la formula della domanda chiedendosi, non perché si faccia violenza, ma perché si eviti di farla.
La morale, dopotutto, non ha fatto il suo ingresso nell’universo con il Big Bang per poi permearlo come una radiazione di fondo.
E’ stata scoperta dai nostri antenati quando il processo moralmente indifferente noto come “selezione naturale” aveva già miliardi di anni.
A mio parere, le migliori riflessioni sulle conseguenze di questa amoralità di fondo sono quelle di Hobbes nel Leviatano.
Purtroppo, la sua concisa definizione della vita umana come “sordida, bestiale e corta” e l’immagine di un potente Leviatano che ci trattiene dal saltarci vicendevolmente alla gola hanno portato a fraintendere le sue argomentazioni.
La convinzione che in genere gli si attribuisce è che allo stato di natura l’uomo fosse in balìa di un impulso irrazionale che lo portava a odiare e distruggere.
In realtà, la sua analisi è più sottile e forse ancora più tragica: egli mostra, infatti, come la dinamica della violenza si sviluppi dalle interazioni fra agenti razionali mossi da interesse personale.
Tanto è vero che l’analisi hobbesiana è stata riportata in auge dalla biologia evoluzionistica, dalla teoria dei giochi e dalla psicologia sociale.
Di un po’ pazzo furioso…vuoi far chiudere questo blog? ;-D
Quello che è stupefacente in Paolo è la sua volontà cupa di non guardare mai alla luna, lui guarda sempre il dito. Finge di non capire di cosa si stia parlando.