Vai al contenuto

E’ morto un uomo

23 novembre 2018

Questo post  è di risposta  a  questo video, volevo fare  un video anch’io ma  purtroppo non sono molto “fotogenico”

 

Qui si legge un brano che  non mi ricordo più chi l’ha  scritto ma poco importa

Vediamo come  rispondere

E’ morto un uomo

Morto tra  le  rotaie  di un treno mentre  era  al lavoro,oppure  morto mentre  puliva  un dannato serbatoio di chissà quale  sostanza  tossica, morto mentre era  sopra  un trattore, morto perchè a  60 e  passa  anni magari, era  sopra  ad  un tetto a  40 gradi

E’ morto un uomo

Spesso ucciso da  altri uomini, da  una  regolazione  di conti e/o per  una  banale  lite  al parcheggio

E’ morto un uomo

Ucciso da  una  donna, e  mentre  nel primo caso citato c’è lo sgomento e  l’incredulità, in questo caso ,c’è lo sberleffo o l’approvazione  del carnefice (altro che  solitudine), sui social si sprecano gli applausi e  “per  una  volta che  succede  il contrario” oppure si inneggia  ad una  novella  eroina che  ha  saputo reagire alle  “SICURE” violenze  del marito o compagno 

E’ morto un uomo

Alle  donne  viene  ricordato di rivolgersi ai centri anti violenza, ma  per  lui non era  aperto nessun sportello, ci sono solo per  gli uomini maltrattanti, ma  lui non lo era

E’ morto un uomo

Perchè magari era  solo ,perchè ricordiamo che  le  donne, se  restano da  sole,  sono emancipate, gli uomini che  restano da  soli  sono dei segaioli

E’ morto un uomo

Sotto ad  un ponte  o a dormire  dentro ad una  macchina dovuta ad una  separazione

E’ morto un uomo

Di solito i media  non si ricordano di lui perchè è del sesso sbagliato

E’ morto un uomo

Poteva  andare  peggio, in fondo è morto un pezzo di merda

14 commenti leave one →
  1. Rita Vergnano permalink
    23 novembre 2018 21:08

    mi viene il mal di fegato a vedere il video, perchè mente quando dice che i “media” giustificano o comprendono o comunque in qualche modo empatizzano con l’omicidia, perchè mente quando dice che le donne uccidono soprattutto donne e che gli uomini sono uccisi da altri uomini (vero sui numeri relativi ma non è vero che le donne uccidono soprattutto donne, al contrario, uccidono maggiormente uomini anche se sono in numero minore come autori di omicidio in genere), mente quando dice che non si aiutano le donne, mente anche quando dice che si “comprendono” le battute degli uomini (quando cita Bettarini per esempio) sulle donne e non il contrario. Mente e non gli si puo’ nemmeno dire che mente, perchè lo considererebbe violenza. Violenza per lei è dissociarsi, da uomini onesti, forse anche maltrattati, da chi maltratta, violenza per lei è riportare i numeri alla loro essenzialità e disvelare l’assenza di emergenza. Violenza è persino la tua risposta che riporta dati reali. Insomma violenza è qualsiasi cosa che turbi il suo mondo fatato fatto di donne continuamente vessate e di uomini menefreghisti. Sinceramente, se penso che mancano ancora due giorni al 25 novembre e già è iniziata la litania di chi lamenta la mancanza d’attenzione al problema (e sticaxxi mi verrebbe da dire, per non sentir parlare di violenza sulle donne dovresti calarti in fondo al mare in un sottomarino isolato dal mondo per un mese) continuando a blaterarne.

    • Lucy permalink
      25 novembre 2018 03:09

      sai, Rita, diventa grottesco sentire una donna (espoista potenzialmente a violenze sessuali e al venir pestata se sfortuna vuole che: ti innamori di un violento\cammini per strada e trovi per caso un violento) che nega la violenza sulle donne. O che “la ridimensiona”. Se stai tanto male in Italia perché “ti è insopportabile” che si parli di donne violentate e ammazzate e\o ti è insopportabile che sia stata sancita, dopo SECOLI, l’uguaglianza uomo-donna sulla Costituzione (un po’ meno nella realtà…) perché non prendi in considerazione l’idea di trasferirti in posti come l’Arabia Saudita o l’Afghanistan? Lì non sentirai parlare di violenza contro le donne, né di femminismo.
      Non sarebbe meglio, per te? Sei qui ad abusare di diritti come la libertà (per le donne) di parlare, scrivere , di avere un’istruzione e un salario, ecc. tutti diritti che ti hanno regalato, con le loro lotte, le femministe che tanto disprezzi…

      Con tanto affetto, cara Rita… sono preoccupata per il tuo fegato, per cui ti consiglio di andare via da questa dittatura “femminista” che tanto ti opprime… in Arabia Saudita, avvolta nel tuo niqab nero, sposata a 9 anni con un uomo più vecchio di te scelto dal tutore patriarca di turno che stabilisce cosa sia giusto per te (è noto che le femmine sono senza cervello, più cretine dei maschi, ed è compito dei maschi guidarle e sottometterle), lì sì che starai bene, senza il mal di fegato… no? 🙂

      Fossi stata ricca, il biglietto di sola andata per l’Arabia Saudita lo regalavo a tutti voi…. purtroppo, anche se Mauro Recher non lo crede, non sono ricca (e non vengo mantenuta dai minatori in catena che estraggono i lingotti d’oro per me..)
      così potevate finalmente approdare a lieti lidi dove “il femminismo non esiste e le donne sono ancora sottomesse all’autorità dell’uomo-padrone”, come ai bei vecchi tempi medioevali…

    • plarchitetto permalink
      25 novembre 2018 23:43

      Questa bloggheressa “campa” di donne morte.
      E come lei innumerevoli altre figure femminili.
      Ci sono moltissime donne infatti, che si fregano le mani ad ogni notizia di donna morta ammazzata.
      Il motivo sta nel fatto che hanno creato una vera e propria new economy all’uopo dedicata…e che necessita d’essere continuamente sorretta dal sistema mediatico (che da tempo hanno occupato manu militari…altro che empatia con l’omicida).
      La cosa incredibile è che queste donne appartengono per la stragrande maggioranza, ad una cultura politica che vede il privato come fumo negli occhi in ogni settore (dalla scuola alla sanità e tanti altri) raccontando la storiella del “primato del pubblico”.*
      Tranne però che in questa particolare categoria di servizio alla persona (strano no?).
      Strutture “private” costituite da sole donne che, al di fuori d’un serio e minimo controllo pubblico, svolgono funzioni che dovrebbe essere demandate allo stato…data la particolarità e delicatezza delle situazioni trattate.
      Mi chiedo: qual’è il timore d’essere sottoposte ad uno stringente controllo, dato che si sono sempre opposte a quest’ipotesi?
      .
      Si fregano le mani anche la quasi totalità degli appartenenti al sistema politico, poiché da tempo possono “gestire” (inizialmente fu la Spagna) un nuovo filone di consenso elettorale.
      Che risponde alla modalità da loro preferita: la sistematica e strutturale (inteso come continuativa) elargizione finanziaria in cambio di voti.
      Un meccanismo ben rodato.

      *illuminante la vicenda della casa internazionale delle donne a Roma.

  2. Sandro permalink
    24 novembre 2018 11:31

    Come ebbi già modo di scrivere qui, diversi anni fa…
    https://ultimefile.forumfree.it/?t=2007445&st=165

    >>>>
    16/10/2004, 18:38
    >
    Finché la Storia viene letta in apparenza, finché si pensa che il vero potere stia nella spada, nella borsa, nel libro e nella poltrona, risulta impossibile contrastare l’evidenza, perché non si può negare che quegli strumenti sono stati quasi totalmente in mani maschili.
    Finché la violenza si intende (solo) quella visibile, quella punita dal codice penale e non (anche) quella invisibile (di cui la prima è – in sostanza – pura manifestazione), non si può cacciar via le femmine dal trono morale sul quale stanno sedute perché la violenza maschile è visibile e non può essere negata.
    L’autorità morale femminile è una autorità usurpata perché fondata su una impotenza femminile che non è mai esistita e su una innocenza che parimenti non può esistere.
    Nondimeno oggi le femmine occidentali hanno questa autorità.
    Da qui si vede che l’interpretazione materialistica della Storia deve essere superata altrimenti non si viene a capo di nulla.
    Non si vedono né il potere occulto né le malefatte femminili e nemmeno tutto il resto.
    >>>>

  3. Sandro permalink
    24 novembre 2018 11:35

    Anche questa discussione, risalente al 2006, non la aprii a caso.
    >
    https://questionemaschile.forumfree.it/?t=14946240

  4. Sandro permalink
    24 novembre 2018 12:17

    Dico, le femministe contestano anche i dati ufficiali diffusi dalla polizia…

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/24/femminicidio-perche-le-donne-continuano-a-morire-dati-falsati-si-sottovaluta-la-violenza-degli-uomini/4787723/

    >>>>
    Alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, associazioni ed esperte contestano le rilevazioni diffuse dalla polizia secondo cui ci sono stati solo 32 i casi dall’inizio dell’anno. Anzi, denunciano, nonostante le campagne di sensibilizzazione e l’attenzione dei media al tema il numero supera i 120 ogni anno: “La violenza basata sul genere è di gran lunga la prima causa di morte violenta per le donne. Calano le segnalazioni alle forze dell’ordine, ma non i reati”. Il governo vuole introdurre un codice rosso? “Le leggi ci sono già, il problema è la loro attuazione”
    >>>>
    ———
    >>>>
    “La violenza basata sul genere è di gran lunga la prima causa di morte violenta per le donne
    >>>>

    ———–

    La loro bassezza morale è semplicemente “spaventosa”.

  5. Sandro permalink
    24 novembre 2018 12:27

    Mauro, tanto per evidenziare quanto vecchi come il cucco siano certi piagnistei, riporto un articolo risalente a quasi 16 anni fa, scritto da Maria Venturi e pubblicato all’epoca su Il Messaggero.
    Tra parentesi ci sono i miei commenti.

    >>>>>>>>>>

    LA NUOVA EVA SOFFRE DA SOLA.

    Le donne chiedono agli uomini soprattutto ascolto, sono diventate impazienti e molto esigenti sul lavoro. Per tutta risposta il “maschio” tende a chiudersi in difesa e a temere la sicurezza e l’orgoglio che i movimenti per l’emancipazione hanno infuso nelle controparti femminili. Siamo tornati all’incomunicabilità degli anni 60, quella che sarebbe esplosa nella guerra dei sessi? E’ l’impressione che si evince leggendo le risposte del sondaggio Abacus per Grandangolo. Essere donna (femmina, non lo scrivono mai…) oggi è soprattutto difficile perché quella che sembrò la più gratificante vittoria del femminismo, (udite, udite) – l’aver creato un uomo nuovo (sic!) non più prepotente e padrone – le si è rivoltata contro come un boomerang.

    Questo uomo non l’ascolta e non l’accetta per come è (capito da quale pulpito?…). E non soltanto. “Attenta” alla sua autostima lamentando come motivo di fastidio o di destabilizzazione proprio ciò che essa, la donna, ha conquistato con l’emancipazione: il potere di decidere e di scegliere, la sicurezza, l’autonomia mentale, le pari opportunità di carriera e di lavoro. E’ la traduzione di definizioni più rozze: voglia di comandare, troppa libertà ,eccesso di esigenze sul lavoro e in famiglia. E’ comprensibile che l’uomo se ne senta spiazzato e intenerisce ( altra sottilissima frecciatina…) che continui a vagheggiare il vecchio prototipo femminile, paziente, fedele, dolce, sottomesso…

    Il sondaggio dell’Abacus va molto oltre le risposte. Che analizzate attentamente, ci offrono una chiave per decifrare l’imbarbarimento della nuova seduzione: gli uomini “comunicano” con l’appeal del successo, del danaro, degli anabolizzanti, dei muscoli costruiti in palestra e le donne con l’ammiccamento dei corpi nudi. Per gli uomini la vanità, professionale o estetica, è allo stesso tempo una rassicurazione narcisistica e una scorciatoia di conquista. Per le figlie del Femminismo è una resa al maschio (non “uomo”, ma “maschio” …eh eh…): non avere paura, sono come mi vuoi.

    Ma nelle risposte del sondaggio si può scorgere anche la decodificazione delle cronache più agghiaccianti: la violenza del branco, la violenza dell’amante respinto, la violenza dell’ex coniuge. La matrice è la stessa, l’intimidatorietà della donna d’oggi che “osa” rifiutarsi, osa troncare una relazione invivibile, osa chiedere il divorzio per costruire un nuovo legame. Morso nella propria sicurezza, per dirla con un bel verso di Neruda, l’uomo perde la testa e il controllo. Sono passati poco più di 25 anni dalla riforma del codice di famiglia e dalle battaglie del Femminismo. Troppo pochi per aver creato la cultura della parità. (la “loro”….).

    L’uomo non è ancora psicologicamente strutturato (eh,eh,eh,..; queste femministe del cazzo sono dei veri e propri fenomeni…) per subire l’abbandono e il rifiuto. E neppure per “comunicare” con questa nuova donna che l’ha esatuorato, spiazzato e gli fa comunque paura. La teme anche quando, scopertamente gli si offre: nell’ammiccamento del corpo non scorge né fedeltà né dolcezza ma l’approccio della donna sessualmente liberata (a parole…) e senza complessi ( per esperienza personale, so che è esattamente il contrario. Le femmine di oggi portano semplicemente una maschera, la maschera “sociale” ) che ribalta i ruoli prendendosi l’iniziativa. Ennesima dimostrazione di come le femmine si arroghino il “diritto” di raccontare l’Esperienza Maschile.

    E’ lui a sentirsi oggetto. Teme di non essere all’altezza. E spesso non lo è. (Viceversa, “loro” lo sono sempre…ovviamente…). Oggi, indubbiamente, è la donna ad essere più forte. ( Una femmina così forte da essere la più colpita da anoressia, bulimia, depressione e attacchi di panico… Portare la maschera e voler essere a tutti i costi ciò che non si è e non si potrà MAI essere, ha un prezzo…).

    Ma proprio in questa forza stanno la sua insicurezza, la sua inquietudine, il suo sentirsi “non ascoltata” e “non accettata per come è”.

    (Un “articolo” che definire “sprezzante” è un eufemismo. Del resto, se il sottoscritto è un fautore della “terapia d’urto”, un motivo c’è. Queste mentecatte vanno colpite e ferite: solo dopo (se mai ci sarà), potrà esserci “dialogo”.)

  6. Lucy permalink
    25 novembre 2018 03:37

    scusi signor Mauro Recher, ma non capisco:

    1) sa contestare il video fatto dalla vlogger in questione (che comunque neanche seguo più di tanto)? nel senso, sa dimostrare che ha detto cazzate?

    2) nel video si citano le assassine (molto note). difatti nessuna nega che ci siano donne assassine. ma anche qui: sono una minoranza rispetto agli assassini maschi, non agiscono quasi mai mosse da sadismo sessuale (in genere, o sono infanticide psicotiche o uccidono per guadagno economico) ed è vero che hanno ucciso altre donne.

    3) cosa c’entrano, il nesso logico, causa-effetto, intendo, i morti sul lavoro, con le donne ammazzate da un uomo violento? i morti sul lavoro purtroppo sono causati da eventi imprevedibili o infausti, disattenzione del lavoratore (magari distratto) o mancanza di norme e strumenti di protezione (e qui i datori di lavoro DEVONO ESSERE PROCESSATI se colpevoli di non aver controllato o dato gli strumenti di protezione perché giustamente non viviamo più nell’Ottocento con i lavoratori che morivano nelle fabbriche e nei sobborghi come schiavi dei padroni delle fabbriche…dovremmo essere usciti da quella mentalità!)

    è come se nel mentre che qualcuno citasse le cifre dei morti di cancro, io tirassi fuori quelli morti per peste nel 1300… tanto per dire “eh, ma la peste era più letale, ammazzava di più!”

    Non si capisce il nesso logico, se un operaio muore perché la gru si ribalta o perché inciampa e vola giù dal ponte, cosa c’entrano le donne, e cosa c’entra col discorso “uomo possessivo che ammazza la donna”? perché mettete sullo stesso piano i due eventi? Non è una gara a chi muore di più e a chi muore nei modi più orribili. Sono due situazioni completamente agli antipodi.

    I morti sul lavoro sono causati da incuria o semplice sfortuna (sono evitabili fino ad un certo punto, considerato che esisterà sempre il rischio). si possono dimezzare facendo dei controlli e investendo sulla sicurezza del lavoratore (questo sì!). le donne ammazzate sono morte ammazzate perché lo str*… in questione per risolvere ciò che lui reputava “un’offesa” (al suo onore, alla sua virilità ecc.) “l’ha lavata nel sangue”

    4) è vero che il sistema giuridico non è perfetto e che il discorso del matrimonio\divorzio andrebbe completamente rifatto (anzi, secondo me il matrimonio andrebbe proprio abolito essendo il residuato di società patriarcali; io sono a favore della libera convivenza senza tutte queste menate di matrimoni e divorzi e avvocati)

    Mi sembra che il video della youtuber sia condivisibile e argomentato. Non mi sembra argomentata la risposta che Lei dà, sviando dall’argomento.

    perché il fatto è: o si riconosce che esiste una cultura che dipinge le donne come subalterne e come possesso dell’uomo-capo, o non si riconosce che esiste tale cultura.
    Ma se non la si riconosce, come si spiegano i casi di omicidi che hanno come vittime le donne uccise da un uomo marito\fidanzato\ex?
    è anche vero che è più raro che una donna lasciata uccida l’uomo in questione. è successo, certamente, ma è più raro. Anche perché in genere le donne lasciate “si rinchiudono nel loro dolore” preferendo isolarsi o sviluppando depressione o disturbi alimentari o autolesionistici. Difficile che una donna decida di fare una strage, non appena è stata lasciata dal marito o dal fidanzato (evento classico, che capita a quasi tutte le teen ager: essere scaricata dopo essere stata portata a letto “per la prima volta”…) una cosa del genere la ragazza la metabolizza con cose del tipo “piagnisteo infinito\rinchiudersi in casa\sfogarsi con le amiche”, nei casi più gravi, autodisprezzo e autolesionismo (anche suicidio). difficile però che diventi una serial killer che fa una strage, il giorno dopo… e riconoscerlo non è “essere misandriche” ma semplicemente riconoscere che l’aggressività e il dolore femminile si esterna con modalità diverse da quelle maschili (a monte, c’è il discorso della diversità di forza fisica) vedi anche il caso degli Incel. Incel maschi, che fanno quelle stragi.
    di Incel femmine (e ce ne sono di donne bruttine che nessun uomo considera se non come “ripiego” turandosi il naso) non credo ce ne siano mai state… perché non ci sono Incel femmine che fanno stragi? le donne vengono piantate anche più degli uomini, e quelle brutte o neanche tanto curate non vengono neanche più di tanto considerate dagli uomini. Eppure di Incel femmine che fanno una strage perché “sono brutta e non mi vuole nessuno! nessun uomo vuole festeggiare san valentino con me!” non ce ne sono. Come se lo spiega, signor Mauro? Io la spiegazione l’ho data… in genere la donna, nella media, è difficile che esterni odio e violenza… si tiene tutto dentro e somatizza o la sfoga su se stessa. Difatti certe patologie psichiatriche sono più tipiche delle donne, non degli uomini (che ne sviluppano altre)
    Riconoscerlo obiettivamente non è misandria o misoginia. è solo essere oggettivi e realisti.

    • 25 novembre 2018 12:08

      Ho fatto una lista tragica delle varie morti di un uomo , lo so anch’io che tra morti sul lavoro e i cosiddetti femminicidi non c’è nessuna correlazione, ma vede Lucy (ah proposito mi chiami pure Mauro ,qui dentro bando alle formalità) la morte di un uomo (se non ricco e/o potente) non interessa a nessuno … I Tg ,quelle rare volte che parlano di morti sul lavoro, fanno distinzioni tra uomini e donne ? Invece la fanno eccome per la violenza domestica, colpiscono anche gli uomini eppure nessuno ne parla

      • Foxtrot permalink
        25 novembre 2018 12:42

        “fanno distinzioni tra uomini e donne ? Invece la fanno eccome per la violenza domestica”
        Che ci sia un qualche motivo? Chissà… :

        http://questametadellaterra.blogspot.com/2011/01/13-la-grande-narrazione-femminista.html

        e pagg. segg.

        Non si fa così, però, con una donna.
        Quindi, in-quanto-donna, oppressa dal terribile Patriarcato.
        Da millenni.
        Che, ti metti pure a discutere?
        Le si dà ragione, su tutto, perché in-quanto-donna non può mai aver torto, nemmeno quando ce l’ha.

        Ha dimostrato che ha studiato.
        Che la sa bene. Ma proprio bene bene.
        La GNF.
        Voto: 10 con lode.
        E basta.

    • plarchitetto permalink
      25 novembre 2018 22:43

      L’altissimo dato dei suicidi degli assassini viene accuratamente sottostimato, se non ignorato, nelle analisi di questi fenomeni: come mai?
      Proprio come fanno i fautori della pena di morte per non dover ammettere la sua inefficacia, occultando trend e dati numerici.
      O come quando si omette di sottolineare che le morti sul lavoro sono tutte maschili: perché non lo si fa?…si direbbe il falso forse?
      .
      Il motivo di queste modalità risiede nella natura narrativa del femminismo, che pure quando fa credere d’avvalersi di strumenti scientifici…elimina o cela gli “elementi in contrasto” con il racconto.
      La semplificazione, la riduzione a pochi, selezionati ed elementari fattori…fanno il resto.
      Tutto ciò che contrasta con la narrazione del “maschile sempre oppressore” e del “femminile sempre vittima” dev’essere offuscato se non addirittura cancellato.
      Va mantenuta costantemente alta la tensione narrativa.
      Se l’obiettivo è arrivare all’anima (non al cervello) di milioni e milioni di donne…quella è la strada obbligata da percorrere.
      .
      Immaginiamoci la giornata internazionale contro la violenza sui bambini.
      Sostenuta e narrata con le stesse modalità di quella sulle donne.
      Con lo stesso dispiegamento di mezzi, si sviscerano fatti, percentuali e dinamiche.
      Si mettono a raffronto maggiori e minori attitudini per genere.
      Si costruiscono identikit e tipicità.
      Immaginiamoci massive e martellanti campagne mediatiche per la fine del fenomeno delle violenza sui bambini.
      File di cuffiette rosse calpestate e dilaniate.
      Tutti i giorni.
      Special televisivi. Docufilm. Fiction. Film*. Dibattiti pubblici.
      S’istituiscano commissioni parlamentari.
      .
      E dopo si commemori pure il 25 novembre.
      Con la stessa forza evocativa.
      Se se n’è capaci…


      *Ma un bel film sulla Franzoni?…su Sara Scazzi e cuginetta/zia?
      O su Rina Fort?

  7. 28 novembre 2018 19:12

    Il bombardamento morale contro i pdm non finirà tanto presto. La guerra antimale durerà a lungo. Andiamo avanti costruendo il nostro racconto pensato da UU e per gli UU (e per qualche donna leale, come la Rita V., disposta da lustri a prendersi qualche palata di m diretta a noi).
    .
    Procediamo con la rilettura totale del passato e del presente in termini maschili. Già abbiamo fatto molto.
    A giorni uscirà un saggio di dimensioni ragguardevoli (1.200 pg. o più) scritto da Santiago Gasco in circa 8 anni. Un grande contributo alla nostra narrazione, al nostro Primo & Ultimo Racconto di Salvezza (info precise tra 15 gg circa).
    Andiamo avanti intrepidi, liberi e forti.

  8. numbermanxy permalink
    19 dicembre 2018 23:41

    Io penso che per rispondere alla domanda, “ha senso parlare di omicidio piuttosto che di femminicidio” si deve considerare definitivamente la seguente cosa: quando nel corteo contro la violenza sulle donne, gli uomini che protestavano sono stati obbligati a stare in fondo la corteo dalle donne, quale messaggio sono stati obbligati a trasmettere? Che tutti gli uomini sono violenti e devono quindi chiedere tutti perdono in quanto tutti colpevoli, tanto cioè, che esiste ancora oggi una cultura maschilista violenta? Io pensò che il patriarcato sia morto (mentre il matriarcato è in crescita esponenziale protetto dalle leggi ginocentriche), ma questa è una mia opinione.
    Per dare una risposta oggettiva e non di parte, si deve invece rapportare il numero degli eventi tragici rispetto al totale dei rappresentanti del genere e non rapportare le tipologie di eventi. In altre parole se un turista belga viene scippato in Italia, tutti gli italiani devono considerarsi in qualche modo responsabili dell’evento? Ovviamente solo se le leggi e la struttura delle forze dell’ordine sono inadeguate a causa di una politica voluta dagli elettori, che sono stati in numero tale da determinare tali leggi, solo allora è possibile ipotizzare tale responsabilità. Quanti sono attualmente gli eventi di violenza contro le donne in rapporto ai circa 30 milioni di italiani? È sicuramente condannabile moralmente oltre che inaccettabile, che vi siano persone che approfittano della forza fisica per usare violenza verso il prossimo, ma è una violenza altrettanto inaccettabile appiccicare ad una intera classe di persone qualsiasi porzione di tale condanna.

Lascia un commento