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Ogni tanto

13 settembre 2018

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Come viene  Natale anche  le  pagine  femministe  ogni tanto ci ricordano che  loro sono il bene  e chi combatte per  i diritti maschili il male

Che  non sia  una  novità lo sappiamo da  tempo però,  come  ho promesso (uno dei motivi perchè ho aperto questo blog) rispondo a  parer mio, viene  da  se che, il contrario di quello che  faccio, il post sarà un pochino lungo, abbiate  pazienza

La ramanzina  arriva  da  un altro genere  di rispetto , credo il primo blog dove  sono stato bannato ,come  si dice  i primi amori non si scordano mai 🙂

https://www.facebook.com/UnAltroGenereDiRispetto/?ref=br_rs&fb_dtsg_ag=Adxq5D2hE2gBq0wqSZlgQLF9q4kYKE81IZdhRgOoYZWEXg%3AAdxOrLtREtGO71NAtuySBy8hgYrPrN30gpZyqqkemiCDZA

• Le donne che ci tengono subito a specificare “io non sono femminista ma sono per la parità dei sessi!!!” 😳😳😳
1) il femminismo non è il contrario di maschilismo;
2) il femminismo non è una malattia;
3) I femminismi sono tanti, ma in ogni caso “femminista” è una persona che lotta affinché ogni persona abbia gli stessi diritti economici, politici e sociali abbattendo ogni oppressione e ogni privilegio.

Ma  già la  desinenza “femmin” lascia  poco spazio alla  immaginazione, comunque  sia  la  1 è la  pura  e  sacrosanta  verità .la  2 bah ,mi sembra  messa  li tanto per  fare  vittimismo, la  3 arriviamo al punto focale  ,cioè donne  oppresse  e  uomini privilegiati, ci arriveremo dopo

“E allora perché si chiama femminismo e non antisessismo/umanesimo/ugualitarismo?!!??!”, perché la parità dei sessi non è ancora raggiunta, il divario tra la condizione femminile e il privilegio maschile è ancora enorme. Il sessismo che subisce una donna in quanto donna è strutturale e radicato nella cultura, da secoli, nessun uomo è discriminato per essere nato uomo. Le discriminazioni che un uomo subisce sono comunque frutto del patriarcato, che punisce ogni uomo che non rispecchia il ruolo stereotipato di “maschio alpha” nella società.
Sulle discriminazioni che gli uomini subiscono, derivanti dal patriarcato, consiglio vivamente di leggere il libro di Lorenzo Gasparrini “Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni”.
Un approfondimento sulla parola “femminismo”:
https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/…/maschi…/

Bella  domanda  davvero, non sarebbe  più paritario e  si andrebbe verso la  tanta  agognata  parità, invece no perchè mettono subito le  cose  in chiaro, donne  vittime  e  uomini carnefici ,ma  queste  qui non hanno mai letto un libro di storia  o almeno un film di guerra ,dove  gli uomini “In quanto uomini” (non c’era  nessun altro motivo ) andavano a  fare  da  carne  di cannone  e  mai visto foto di uomini “In quanto uomini” sporchi di terra e  fango nei peggior  posti di lavoro ?

E poi non poteva  mancare  il buon Lorenzo Gasparrini , altri libri che  io consiglio ,oltre  a  quello di Rino “L’altra metà della  terra” (scaricabile  su internet), c’è anche  il “Mito del potere  Maschile” ,ci sarebbe  anche  il libro di Fabrizio Marchi (Donne, una  rivoluzione  mai nata) e  tanti altri ,certo meglio del libro dove si insegna  a  pentirsi di essere  uomini di Gasparrini

• Per confutare il fatto che viviamo in una società patriarcale arriva l’immancabile “Eh ma allora i padri separati?!! I giudici tutelano solo le donne!!” (anche questa obiezione è standard, ogni volta che si parla di violenza contro le donne). Le decisioni della legge che portano il padre separato ad avere meno diritti rispetto alla madre separata sono sempre frutto della cultura patriarcale che pone la donna come soggetto economicamente debole della società e l’unico ruolo genitoriale valido all’educazione dei figli. Chi è femminista (maschio, femmina, trans, queer, non binary etc.) lotta ogni giorno affinché i ruoli genitoriali siano distribuiti equamente ad entrambi i genitori e che l’economia familiare sia equa. Proprio perché si vuole spezzare la catena dell’esistenza di un sesso più forte e di un sesso più debole!
Le persone femministe sono assolutamente contro alla propaganda assistenziale che non vuole risolvere i problemi della povertà ma la alimenta. Questo non vuol dire che si sminuisce il disagio reale dei padri separati, ma piuttosto che l’obiettivo è quello dell’equa distribuzione delle risorse, l’obiettivo è quello della dignità e della parità economica, politica e sociale. Chi alimenta il divario è chi gestisce l’economia, il governo, il mercato, il reddito e il lavoro. Se le donne potessero raggiungere i ruoli di potere al pari degli uomini invece di scontrarsi sempre con il glass ceiling, se fossero indipendenti, con contratti stabili, indeterminati e non venissero licenziate quando rimangono incinte o, se volessero figli, non venissero ricattate a non fare figli pena il licenziamento, non si vivrebbe in un’economia migliore? Perché il ruolo di mantenimento economico della famiglia deve essere sempre dell’uomo? Mentre le donne sono relegate al “multitasking” e al fantastico ruolo di cura. Le donne femministe lottano per l’indipendenza economica, lottano per non essere mantenute dagli uomini, lottano contro gli interventi assistenzialisti anche nei contesti di separazione. Quindi, padri separati, non tirate fuori ogni volta questa carta, perché vogliamo esattamente la stessa cosa. E soprattutto, non tiratela fuori ogni volta che si parla di violenza contro le donne.

Non sono un padre separato e  quindi non mi pronuncio su situazione  che, per  me , bisogna  viverle  di prima  persona  per  giudicare, posso solo dire  una  cosa, la  separazione  dovrebbe  essere  una  vita nuova e  non rovinare  una  vita quindi, le  donne  che  chiedono la  separazione  (sono sempre  quasi loro ), dovrebbe  anche  avere  il coraggio di rifarsi una  vita,ma  non a  spese dell’ex marito,ognuno per  conto loro ,e  i figli ? Ognuno paghi la sua  percentuale, la  parità è fatta  di dare  e  avere, tenete  conto che  parlo di ignorante  in materia ma, per  me, la  via  giusta  dovrebbe  essere  quella

 • Altra perla immancabile: “Ci sono donne che vogliono il potere sugli uomini!!! Femminaziii!! Misandriaaaa!!”
Lo ripetiamo ancora: la misandria non esiste. La misoginia è un’avversione nei confronti delle donne sistematica e culturale basata proprio sul fatto di essere donna. La misandria, di contro, per esistere dovrebbe esser strutturale e le donne dovrebbero avere totale potere politico, economico e sociale sottomettendo gli uomini a sesso inferiore su tutti i livelli del contesto socioculturale. La nostra società non è misandrica, perché non c’è un odio strutturale nei confronti degli uomini a tutti i livelli della società. È importante definire il termine “misandria” proprio perché ci sono troppe persone che dicono che il femminismo è il contrario di maschilismo o che confonde il femminismo con misandria.
E sul termine femminazi, una persona che vuole la superiorità su un’altra persona non è femminista, il femminismo è una rivoluzione culturale, politica, economica e sociale, vuole abbattere le sovrastrutture che hanno portato alla creazione delle gerarchie di potere, che a loro volta hanno portato alle oppressioni e discriminazioni.
Quindi capita spesso che una categoria privilegiata quando si vede togliere i propri privilegi cerchi di trovare un modo per sminuire e screditare le battaglie che si stanno facendo. Ad esempio, se si parla di abbattimento di patriarcato ecco che spuntano termini come “feminazi!!!” o “misandria!!!!”, se si parla di abbattimento del razzismo ecco che spunta il “razzismo al contrario”, se si parla di omofobia ecco che spunta “l’eterofobia!!”.
Vi svelo un segreto: misandria, razzismo al contrario ed eterofobia hanno una cosa in comune: non esistono.
Le rivoluzioni portano grandi cambiamenti, specie se l’obiettivo è l’equivalente di tutte le persone, logico che se si parte da una situazione di disparità per far sì che ci sia equità le persone discriminate devono colmare il gap. E rimescolare gli equilibri, per chi ha vissuto una vita di privilegi, non è mai una cosa positiva.
Per approfondimenti, vi giro questo articolo:
https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/…/sono-f…/

La misandria  non esiste (invece  esiste  la  misoginia e  come  ti puoi sbagliare) per  carità allora  io credo di essere  Brad  Pitt, tanto bufala  per  bufala

La  misandria  esiste  eccome  nel suo “Odiare  gli uomini”, la  società stessa  e  misandrica  quando non fa  cenno che  i morti sul lavoro sono quasi per  la  totalità uomini e  per  di più poveri, la  misandria  esiste  quando non ci sono centri anti violenza  per  gli uomini (o sono molti di meno rispetto alle  donne) la  misandria  esiste  quando si fanno leggi speciali e  si dividono in donne  e  uomini e  le  donne  sono si le  privilegiate

Sul privilegio faccio un appunto personale, proprio oggi, dopo essermi svegliato alle  6  per  puro sfizio e  mi sono alzato colmo di privilegio, c’era  da  caricare  l’acciaio nella  macchina, solo che era  rovescio e  dobbiamo dovuto toglierlo e  girarlo, le  barre erano di 30,5 MM non proprio leggere, e  sono ancora  fortunato ,penso ad  altri lavori usuranti dove  ci sono gli uomini colmi di privilegio  che  li eseguo

Posso dirla  una  cattiveria ? Queste  qui vivono in università e  fanno lavori di ufficio saltuari,  dovrebbero provare  anche  a  lavare  i cessi (cosa  che  io ho fatto, poco ,ma  l’ho fatto ) per  parlare  di privilegio

 Poi arriva, specialmente se si parla di violenza sulle donne, il 99% delle volte il maschio cis che urla “E ma anche gli uomini subiscono violenza e non se ne parla mai!!!!!”. This is NOT the point. Ogni cavolo di volta che si parla di violenza sulle donne o di femminismo ecco che arriva subito un maschio a gridare quanta violenza subiscano anche gli uomini. La base della nostra cultura è patriarcale, questo vuol dire che per secoli e secoli l’uomo ha avuto il potere politico, economico e sociale della società (e ce l’ha ancora). Questo ha portato alla creazione della cultura dello stupro e della cultura della giustificazione della violenza, guardando i dati infatti, si scopre che in Italia, su 100 vittime di stupro, 90 sono donne. E che 1 donna su 3 tra i 16 e i 60 anni ha subito violenza almeno una volta nella vita. Cosa dicono questi dati? Che la violenza sulle donne è endemica. Perché è culturale.
Stiamo dicendo con questo che non esiste la violenza sugli uomini? NO.
Stiamo dicendo che la violenza sugli uomini conta di meno? NO.
Conosco uomini che hanno subito casi di stalking e non sono stati presi sul serio in quanto uomini (guardate un po’, anche questo è frutto del patriarcato perché il “maschio alpha” non può essere vittima), ma loro stessi, per primi non si permetterebbero mai di sminuire la violenza patriarcale. La violenza non va mai giustificata, mai! E qui stiamo parlando di sistema sociale strutturale, parlando anche di dati reali. E se ogni cavolo di volta che si affronta il tema della violenza sulle donne, che è culturale, arriva un maschio a sottolineare quanto anche gli uomini la subiscano il problema di base, che è culturale, non si risolverà mai. Non deve essere ogni volta una gara a chi è più vittima, perché qui si parla di “gerarchie di potere” che fanno parte della struttura sociale. Per questo, sempre e comunque, check your privilege.
Qui trovate due con le fonti sui dati che ho citato:
1) https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/…/l8-mar…/
2) https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/…/il-sig…/

La faccio breve, invece  di dividere  tra  vittime  di serie  A  e  vittime  di serie  B, non sarebbe  equo equipararle tutte  a  vittime a  scapito del sesso ? Invece  di scrivere strane  iperbole  sul patriarcato proviamo a  ragionare  in questo modo e  vedrete  che  spariranno certe  domande  scomode

Poi continua  con la  storia  del patriarcato e, francamente, non ne  proprio voglia di rispondere

Eppure  basta  dividere donne e uomini in classi sociali, certo fa  vetero comunismo ,ma  sempre meglio  della  storia  del femminismo che  di comunismo e  nemmeno vetero ,non ha  proprio nulla, alcuni non saranno d’accordo, ma  scrivo solo i miei pensieri

7 commenti leave one →
  1. plarchitetto permalink
    16 settembre 2018 14:21

    Una donna che si avvicina al femminismo finisce “inevitabilmente” per nutrire risentimento e odio per gli uomini.
    Non ci sono balle che tengano.
    Lo so, perché accade anche agli uomini: quando s’avvicinano al femminismo cominciano a sviluppare odio…verso le femministe 🙂 (sincerità per sincerità)
    .
    Il femminismo è pensiero radicale, che si basa sulla rappresentazione demoniaca del genere maschile…in ogni luogo…ed in ogni epoca.
    Come risulta possibile che ciò non porti a nutrire verso il maschile un odio viscerale?
    A non far sviluppare disprezzo e senso di superiorità morale verso gli uomini?
    .
    L’unica possibilità sarebbe dimostrare che quel racconto sia falso.
    Eccoci qua…

    • Lucy permalink
      11 ottobre 2018 15:25

      eh si’, perché è notoriamente noto che in passato (storia romana, medioevo ecc.) le donne non erano sottomesse ai maschi, uccise dal clan maschile se non erano vergini, diffamate dalla cultura in vigore che le riteneva inferiori, cretine, non avevano accesso a niente, tutto era proprietà del marito, anzi, se stuprate dovevano sposare lo stupratore in questione.
      è notoriamente noto che nelle culture da terzo mondo le donne non sono ancora trattate così

      siete ridicoli, voi maschilisti. Il femminismo non odia gli uomini, odia solamente gli strafottenti, arroganti, presuntuosi maschilisti che ritengono le femmine inferiori\ammazzabili a piacimento\stuprabili, utili solo come uteri sfornafigli il tutto per IL PIACERE MASCHILE MEGALOMANE.

      se tu\voi non siete così, non dovreste “avere la coda di paglia”…
      a me se parlano di italiani mafiosi, non mi tange. Io non sono mafiosa, per cui non mi ritengo offesa.

      e condivido tutto l’articolo in questione (che è stato commentato in maniera pietosa dal signor Recher), perché smonta tutti i vostri deliri. a cominciare da quello che tirate sempre in ballo, le morti sul lavoro… come a dire che sono le femministe a far cadere gli operai giù dalla gru. siete ridicoli. vi attaccate a questo perché è l’unica cosa che potete tirare fuori… TACENDO SUL FATTO che l’operaio cade giù dalla gru PERCHé L’IMPRENDITORE MASCHIO se ne guarda bene dallo spendere soldi per la sua sicurezza.
      o adesso non verrete a sostenere che nei luoghi di potere economico e ai vertici delle industrie ci stanno solo donne, vero?

      • plarchitetto permalink
        11 ottobre 2018 16:56

        Lucy…sarebbe interessante verificare se la periodicità dei tuoi mirabolanti interventi corrisponde a multipli vicini ai 28/30 gg.
        Chiedo a Mauro se può darmi una mano. 🙂
        .
        * “notoriamente noto” è una perla linguistica. Ti corrisponde.
        Come il sarcasmo sui morti sul lavoro…

      • 11 ottobre 2018 18:17

        Sui morti sul lavoro ,caro plarchittetto, la nostra paladina Lucy (che da la colpa agli imprenditori maschi, le femmine ovviamente, ne sono esenti, non le dico che ,vicino a me dove lavoro ,c’era una famosa imprenditrice che gestiva una fonderia ) continua a non capire il senso .. ma credo che non lo capirà mai ,ma provo a ripetermi, come si spiegano ,se il mondo è in mano ai maschi da sempre, che i morti sul lavoro sono prettamente di sesso maschile ? Sarebbe come se lo schiavista nei campi di cotone si frustasse da solo, il padrone che si frusta ,non è un controsenso ?
        Sul resto dei 28 giorni non saprei dirti e francamente ho poca voglia di controllare, ma ti posso dire una cosa …in una sera Alberto Sordi incontra Mike Bongiorno, il buon Mike dice che,alla sua età ancora faceva sport e si muoveva ,il che Alberto Sordi disse “La vecchiaia è una brutta bestia, c’è chi prende le gambe e chi alla testa ” credo che,con le mestruazioni, sia la stessa cosa ,ad esempio ad una mia amica soffre parecchio quel periodo che non riesce a muoversi, si vede che,alla nostra paladina, prende la testa

      • plarchitetto permalink
        11 ottobre 2018 18:44

        Mauro, questa zucca formattata s’abbevera alla grande fonte del femminismo.
        Difficile che possa comprendere concetti che da quella si discostano.
        Dubito che se i numeri dei morti (e degli infortuni…delle mutilazioni) fossero al femminile, la sua profonda analisi sarebbe così semplicistica.
        E’ la stessa che ci racconta che tutto ciò che interessa il femminile deriva dai sumeri…e ha interpolazioni dalla politologia alla pedagogia.
        Ma quando si parla di condizione maschile, il tutto si riduce ad un bullone stretto male.
        “Uomini…anzi maschi!…stringete bene i bulloni, chiudete meglio le flange, controllate meglio i manometri, verificate la planarità del ponteggio, manutenete l’impianto di scarico, controllate le funi, oleate meglio gl’ingranaggi…e non rompete il cazzo!
        Noi forse non verifichiamo se c’è polvere sui faldoni dell’ufficio?
        Non controlliamo forse se l’acqua nei fiori è stata data?
        Se nella calcolatrice c’è la carta?
        Se il WC net sta per finire?
        .
        Tutto dobbiamo insegnarvi…noi donne”

  2. plarchitetto permalink
    16 settembre 2018 14:37

    La signorina oppressa, nello stralcio finale s’incazza perché i maschi* ribattono sempre “anche noi….”
    E’ la prova che s’è colto nel segno.
    Senza volerlo ha indicato la via giusta.
    Quindi…continueremo a ripetere all’infinito…”anche noi…”
    .
    .
    *così li appella…come si fa con le bestie.
    Loro son donne…noi maschi.

  3. Lucy permalink
    12 ottobre 2018 22:23

    signor Mauro Recher, il mondo è in mano ai maschi… che non fanno il suo lavoro.

    detto questo, lei è operaio, similmente a tante altre donne (pure disoccupate più di lei), è inutile che getta merda sulle femministe solo perché Lei non è un ricco imprenditore o capo di governo. Non sono le femministe che l’hanno obbligata ad essere operaio,

    semplicemente le cose vanno così. ognuno ha la sua vita, o perché nasce già povero in contesti non ricchi, o perché lo diventa. A sto punto, visto che la tira sempre in ballo su questo discorso di classe sociale, perché non la smette di dare la colpa alle femministe e non si consola dicendosi che anche l’imprenditore più ricco di lei (e di me, per inciso) è destinato a perdere tutta la sua ricchezza diventando cibo per vermi? Non è un pensiero più consolante che star qui a commentare in maniera sgrammaticata post di femministe (o finte femministe, perché per voi sono femministe anche le 14 enni che scrivono “ke skifo i maschi! Luca mi ha piantato!” sulla smemoranda durante l’ora di matematica)

    cazzo c’entrano le questioni femministe (tipo la lotta all’infibulazione, ecc.) col fatto che Lei è un operaio?! davvero, non si capisce il nesso logico della cosa.

    pure io non sono di classe nobile\borghese\VIP ma non è che passo la vita a lamentarmi del mio essere lavoratrice precaria, cerco di essere contenta con quello che ho.
    anche perché per me vivere bene non significa comprare emerite minchiate tipo vestiti firmati o ristoranti 5 stelle, si può essere contenti anche semplicemente organizzando un pic nic con un panino comprato a 2 euro in compagnia della persona a cui vuoi bene, senza pensare che siccome non si va al ristorante da VIP ad ingozzarsi di caviale ed aragosta “si vive male, non si è nessuno”

    E comunque, guardi che i ricchi non è che siano esenti da disperazione o suicidi. anzi. si suicidano molto più loro che non i “poveri”

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