Il maschio… “extracomunitario” della sinistra
In un gruppo di facebook che seguo mi fanno notare, con questo screen, una trasmissione che è andata in onda di lunedì, che non ho visto ,ma che sembra riportare il solito copione cioè: Maschilismo, femminicio , maschio, bianco ed eterosessuale(cattivo) e fanno anche notare lo stemma del partito alle loro spalle .
Quel simbolo che, come ho scritto anche nel gruppo, non rinnego di averlo votato,anche più volte ,simbolo di speranza per alcuni, per altri porta a “visioni ” apocalittiche (Berlusconi su tutti) ad altri è stata una infamia della storia , comunque sia questo simbolo ha perso completamente il significato originario
Praticamente il simbolo è il partito che ne consegue è diventato una lega nord, anche se al contrario
Si dice che il razzismo all’inverso non esiste ,non sono mai stato d’accordo ,se si dice che sei un bianco di merda ,solo perchè sei bianco ,per me è razzismo .
Rifondazione comunista praticamente da la colpa (apertura del suo congresso) al maschio bianco ed eterosessuale di tutti i mali del mondo
Non di meno cosa fa un leghista se incontra un extracomunitario
Cosa che ho già scritto in altri articoli ma ripetere ogni tanto come è visto il maschio nelle aule della politica , non fa di certo male
Anche oggi mi sono bastati 5 minuti di Civati (l’aria che tira su LA7, fondatore di “possibile”) per aver capito il tono della discussione (donna buona, maschio cattivo )
Non di meno Salvini ( Di martedì) che ha puntualizzato come le pensioni danneggino le donne (mentre per gli uomini ….) e che l’islam è terribile perchè non c’è parità tra uomo e donna
Inutile, la donna “tira” e fa prendere voti, all’uomo (inteso come maschio) sembra che le cose vadano di lusso e se fai notare che i senzatetto sono due uomini beh ,è la scena di un film che non rappresenta la realtà (l maschio beta)
Concludendo, peccato davvero perchè quelle persone che parlano sotto quel simbolo per me è come una stilettata al cuore
Al di là della questione destra-sinistra, il problema di fondo è che quella l’Europa dell’Ovest (quindi non solo l’Italia) è oramai una società profondamente femminea, ossessionata dalle donne e dal politicamente corretto imperante, nonché “piegata” dal suo senso di colpa (come dice Rino Della Vecchia: il Passato, l’Altrove…).
Consequenzialmente è una società destinata ad essere sottomessa da popoli più maschili, aggressivi e vitali.
nella società italiana profondamente “femminea” accadono queste cose: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/05/23/news/mori_dopo_una_lite_con_il_marito_arrestato_l_uomo_per_omicidio-166199651/
Paolo, sei di una banalità sconcertante.
Detto francamente, ne ho proprio le sfere piene dei maschietti sottomessi e autolesionisti come te.
Sicuramente, oltre ad essere femminista e multiculturalista ” a prescindere” e al tempo stesso piegato dal “senso di colpa”, sei anche anti-italiano e consequenzialmente autorazzista ed esterofilo.
Ho un consiglio per te: vattene dall’Italia e trasferisciti in Congo o in Somalia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/04/ferrara-uccide-il-compagno-con-un-coltello-dopo-una-lite-davanti-alle-figlie/3635015/
Per inciso: l’omicidio di un uomo da parte della moglie, convivente, fidanzata o amante, è generalmente giudicata “cosa buona e giusta” da tantissime femminucce (nella mia esperienza posso dire che quasi tutte la pensano così), ed anche da un gran numero di uomini inconsapevoli e fessi, poiché in questi casi si parte regolarmente dal presupposto che “lui se la è sicuramente cercata”.
Viceversa no.
A situazione invertita lei è vittima a prescindere e lui mostro violento a prescindere.
Amen.
Come dice un mio amico:
“Solo un asteroide ci potrà salvare”.
…
veramente ogni volta che c’è la notizia di una ragazza stuprata trovi un sacco di commenti idioti maschili (e non solo maschili) che danno la colpa alla vittima “ma poteva stare attenta, ma non doveva uscire la sera, ma doveva coprirsi..” questo se lo stupratore è italiano, se è un immigrato subentra il razzismo
E anche quando un marito ammazza la moglie è pieno di gente che simpatizza con l’uomo assassino: “ma chissà cosa gli ha fatto lei…”, e via dicendo. Quindi quel che si può dire è che purtroppo in questi casi molti incolpano la vittima, uomo o donna, che sia.
Dimenticavo.
L’omicidio di un uomo da parte di una donna è soventemente considerato un qualcosa di “divertente” da moltissime femminucce decerebrate, nonché da tanti ometti mentalmente castrati, che oltre ad essere degli irrecuperabili imbecilli, credono che “lisciando il pelo” alle appartenenti al cosiddetto “gentil sesso” (di cosa?), otterranno più facilmente dei “favori sessuali” dalle medesime.
Ma certo, come no.
Campa cavallo ché l’erba cresce.
http://www.ilmessaggero.it/frosinone/omicidio_a_ceprano-2474655.html
Paolo
>>
E anche quando un marito ammazza la moglie è pieno di gente che simpatizza con l’uomo assassino:
>>
Sì, buonanotte al secchio…
Ma fammi il piacere…
E anche quando un marito ammazza la moglie è pieno di gente che simpatizza con l’uomo assassino: .. Paolo qui hai dato il meglio di te, non so dove l’ai letto ,ma io lego sempre del contrario ,sei sicuro di non fare confusione ?
Paolo
>>>
veramente ogni volta che c’è la notizia di una ragazza stuprata trovi un sacco di commenti idioti maschili (e non solo maschili) che danno la colpa alla vittima “ma poteva stare attenta, ma non doveva uscire la sera, ma doveva coprirsi..” questo se lo stupratore è italiano, se è un immigrato subentra il razzismo
>>>
Sì, guarda, è proprio come la racconti tu…
Ascolta, ma su quale pianeta vivi?
su quale pianeta vivete voi! Andate a leggere un qualunque articolo che parla di una ragazza violentata in discoteca, e troverete un sacco di commenti che dicono che la ragazza “se l’è cercata”, che oggi le ragazze “provocano” e cavolate del genere. Andate sul sito di un qualsiasi quotidiano e sotto gli articoli che parlano di femminicidio troverete sempre un tizio o più di uno che dice che oggi i mariti sono “esasperati” dalle ex mogli arpie e quindi “se a un certo punto sbroccano..poverini”, i mariti assassini vengono giustificati, purtroppo da ampie fette della popolazione maschile italiana (e non solo maschile), voi vedete solo quel che vi fa comodo
Mi dispiace per voi (noi) mascolinisti ma Paolo non si batte.
Lui lavora conto terzi.
E’ uno zelante.
Lui non prova. Afferma.
Non analizza. Dice.
Non corrobora. Attesta.
Il vago…è il suo territorio.
Il luogocomunismo il suo orizzonte.
“Ma anche no”….il suo motto.
Paolo: hai mai provato l’ebbrezza di nuotare una volta (una) controcorrente?
Giusto per sentire l’effetto che fa.
Poi torni nella tua lanca….
vedi mauro il punto è che i bianchi non sono stati rapiti dalla loro patria e portati in massa in Africa come schiavi, i neri non hanno invaso e colonizzato armi in pugno i paesi dei bianchi, i bianchi non erano costretti a sedere in fondo agli autobus, i bianchi non venivano linciati da folle di neri inferociti. Devo continuare?
Perciò dire “bianco di merda” non è uguale a “negro di merda”, stesso discorso so per etero e gay. E quando ci sarà un numero uguale di ex mogli che ammazzano i mariti, uguale agli ex mariti che ammazzano allora quello che dici avrà un senso
Paolo usi lo stesso stratagemma delle femministe o dei radical chic tirando fuori la schiavitù ,orbene non ho difficoltà ad affermare che la schiavitù sia stata una tragedia della storia come lo sono stati i campi di concentramento , i gulag e via dicendo ,ma è storia perchè se no avrebbe il senso che un nero si metta a picchiare i bianchi (ed è sucesso), èerchè i suoi avi erano stati portati da schiavi e quindi è giusta una rivalsa, sulle ex mogli non capisco perchè , mettiamo caso ci sono 50 casi di femminicidio e 49 di maschicidio (termini orrendi, ma è per capire) allora siamo in squilibrio e allora ? Cosa vuol dire? Tanto per la cronaca i femminicidi sono 540 e i maschicidi (negli ultimi 5 anni) sono 345
credere che il razzismo verso i neri sia finito con la fine dello schiavismo mi pare ingenuo. no, i neri non devono picchiare i bianchi per rivalsa ma diciamo anche che il razzismo verso i bianchi non è sistematico, quello verso i neri sì
http://www.oltrelalinea.news/2017/03/16/il-genocidio-dei-boeri/
Il genocidio dei boeri
Storia 16 marzo 2017
Film e documentari sono soliti ritrarre i bianchi come sfruttatori e sterminatori, i carnefici responsabili delle peggiori disgrazie della storia. Oltre alla propaganda liberal di Hollywood esiste una storia drammatica di cui si parla poco: quella dei boeri sudafricani.
Scriveva Alberto Costanzo: «Da molto tempo Genocide Watch segue la vicenda del genocidio boero, e recentemente ne ha elevato il grado di criticità a 6 in una scala di sviluppo che va da 1 a 8. Fase 6 significa: “Le vittime vengono identificate e separate […] Sono redatte liste di morte. Le vittime sono costrette a indossare simboli di identificazione. La loro proprietà sono espropriate. Sono spesso segregati in ghetti, deportati in campi di concentramento, o confinati…”. È agghiacciante, ma di questo stiamo parlando: in Sudafrica esiste ormai una pianificazione, una burocrazia dello sterminio dei bianchi boeri. C’è una macchina organizzativa che lavora a questo fine: non si tratta di tante violenze singole, ma di una sistematicità dell’uso della violenza (nelle sue molte manifestazioni: gli omicidi ne sono una) con un obiettivo voluto e programmato».
Nel più completo silenzio dei media, ed in modo analogo al destino che tocca i palestinesi nella striscia di Gaza, migliaia di innocenti vengono massacrati da assassini impuniti: uomini, donne e bambini vengono uccisi e violentati in modo barbaro. In una scioccante clip del dottor Gregory H. Stanton, presidente di Genocide Watch, si evidenzia come il tasso di omicidi di agricoltori boeri è ben 4 volte superiore al resto della popolazione. Il dottor Stanton dice: «Il motivo è l’odio. Sono crimini dettati dall’odio. Le persone vengono torturate ed uccise in modo disumano». Neels Moolman, criminologo dell’Università di Sovenga, ha evidenziato la premeditazione dei delitti, accanto all’assenza di repressione da parte della polizia.
Qualche anno fa, il premier Thabo Mbeki, a capo del governo monocolore dell’African National Congress, ha varato un pacchetto di leggi per il “Potenziamento economico dei neri” (Bee laws): nella sostanza, rimuovono il diritto inviolabile alla proprietà privata, cancellano ogni toponimo Afrikaaner, chiudono i centri culturali, scolastici, radiofonici boeri, completando la rimozione di ogni segno di matrice europea. Sulla china del genocidio si arriva però con il programma di ridistribuzione della terra, che consente a qualunque nero accampi un diritto su un podere Afrikaaner, per quanto datato o velleitario, di appropriarsene tout court. Viene spontaneo chiedersi cosa potrebbe accadere se i tribunali non acconsentissero a questi furti della terra o quando gli imprenditori agricoli rifiutano le società con azionisti neri, imposte dalla Bee.
I primi a rimetterci dall’estinzione dei boeri sono giusto i neri. Il Sudafrica era il granaio del continente, grazie all’export sottocosto delle fattorie bianche. Molte delle 24 nazioni che ora soffrono la fame nella fascia subsahariana lo devono al crollo della produzione boera, che dava cibo a 130 milioni di africani. E persino in alcune zone del Sudafrica è comparso lo spettro della fame.
Nell’agosto del 2001 la polizia sudafricana dava notizia che un totale di 174.220 persone sono morte di morte violenta, per violenze relative alla criminalità [o all’odio contro i bianchi, e in particolare contro i boeri] negli anni successivi alla caduta del governo dell‘apartheid, tra il 1994 e l’anno 2000.
Quello del post-apartheid viene alzato agli occhi della narrazione mediatica come un governo esemplare che è riuscito a liberarsi dello spettro del razzismo e dell‘oppressione. La verità è ben diversa: gli europei arrivati nel XVI secolo hanno reso fertili terre incolte ed hanno abitato terre disabitate. Hanno costruito città e strade ed hanno accolto gli africani dal resto del continente quando questi hanno iniziato ad insediarsi nelle loro comunità. Per i boeri, gli africani non erano persone da opprimere, come invece era nella concezione dell’imperialismo inglese ai danni dei nativi o in quella sionista ai danni dei palestinesi, ma erano persone da tutelare e proteggere. Da quando il governo dei bianchi è caduto, la povertà è aumentata, il tasso di mortalità si è alzato, la tubercolosi, la fame e l’AIDS falciano la popolazione. È arrivato il momento di affrontare il problema in modo serio, approfondendo la storia e le delicate tematiche socio-politiche di questo contesto.
Di genocidi nella storia ce ne sono stati fin troppi, gli stessi boeri, accusati dalla propaganda di ogni disgrazia nel contesto sudafricano, hanno dovuto già subire un altro genocidio per mano degli inglesi. Coloro che stanno subendo l’attuale genocidio molto spesso non sono nemmeno vissuti nel periodo dell’apartheid, chi giustifica simili episodi di violenza molto spesso dimentica che non furono nemmeno i boeri a volere quel sistema di governo, figlio dello spaventoso aumento demografico dei neri. Come scriveva Vusile Tshabalala, un giornalista nero:
«All’inizio del 1900, il numero di neri sudafricani risultava essere di 3,5 milioni secondo il censimento del governo coloniale britannico. Nel 1954, la nostra popolazione africana era salita a 8,5 milioni – e nel 1990, eravamo saliti a ben 35 milioni – tutti gestiti con attenzione, estremamente sorvegliati, contati, sballottati nelle homeland [Stati separati, indipendenti. Ndr] e nelle township – e noi tutti eravamo irritati e ci lamentavamo del giogo oppressivo del sistema dell’Afrikaner Broederbond fondato sulla rigida segregazione razziale. Durante l’apartheid la nostra popolazione è cresciuta ad un ritmo sostenuto, beneficiando delle conoscenze mediche dei boeri e delle loro eccellenti doti in campo agricolo.
La crescita della nostra popolazione e l’innalzamento della media della nostra aspettativa di vita, di fatto mostrano come noi africani in Sudafrica fossimo più in salute rispetto agli altri africani del resto del continente: nei decenni precedenti la politica ufficiale dell’apartheid (che fu avviata nel 1948), l’aspettativa media di vita per gli africani sudafricani era di soli 38 anni. Ebbene, durante l’ultimo decennio dell’era dell’apartheid, la media della nostra aspettativa di vita era salita a 64 anni – al pari dell’aspettativa media di vita europea. Inoltre, i nostri tassi di mortalità infantile si erano ridotti da 174 a 55 su mille, più alto di quello dell’Europa, ma considerevolmente più basso del resto del continente africano. E la popolazione africana in Sudafrica era, da allora, aumentata del 50%.»
Vusile Tshabalala denuncia come i vertici dell’ANC stiano letteralmente distruggendo la sanità sudafricana, facendo nomi e cognomi:
«[…] è stata data notizia dal The Star che gli ospedali sudafricani stanno diventando luoghi dove si muore – invece di guarire. […] i nostri cimiteri si stanno riempiendo così rapidamente che si sta valutando di tumulare i corpi in verticale, al fine di risparmiare spazio. Ancora, per questi nostri funerali non si parla mai di AIDS, e il silenzio e le dichiarazioni pubbliche del premieri Mbeki che contravvengono le realtà scientifiche, continuano senza contraddittorio mentre la nostra gente sta morendo.
Jack Bloom, portavoce della Democratic Alliance, lo scorso anno ha avvertito che l’aumento del 20% dei decessi relativamente agli ultimi quattro anni dei pazienti trattati all’Ospedale di Johannesburg può solo essere imputato all’alto tasso di criminalità e al grave declino nella cura del paziente. Perché le cure sono così scarse adesso, e la criminalità così alta? La risposta è semplice: i nostri fondi pubblici sono stati saccheggiati dalla gerarchia della ANC. E la polizia sembra incapace di fermare tutto questo.»
Sul saccheggio dei fondi per la sanità e la corruzione imperante il quadro è drammatico:
«Il 10 luglio 2001, il dipartimento sudafricano per la salute ha annunciato che stava per bloccare un finanziamento annuale da 6,6 milioni di Rand alla SA National Tuberculosis Association [SANTA, l’Associazione Nazionale Sudafricana Tubercolosi, ndr] a causa del continuo saccheggio di tali fondi e per i sontuosi stili di vita dei suoi dirigenti (africani), che si premiavano con stipendi annuali di 400.000 Rand e spendevano 5.000 Rand al mese soltanto in chiamate cellulari […] mentre milioni di sudafricani affetti da tubercolosi non vengono curati e deperiscono a casa di questa malattia, che è mortale ma anche curabile.
Durante l’apartheid, si ricorda come i dirigenti della SANTA apparissero estremamente frugali con i finanziamenti del governo – e molte migliaia di pazienti (sia bianchi che neri) erano curati annualmente, e come molti dottori e infermieri prestassero il loro servizio volontariamente e gratuitamente. La domanda è questa: “perché queste persone sono ancora nel consiglio d’amministrazione della SANTA? Perché non sono stati fucilati sul posto?”».
Il più grande ospedale dell’emisfero sud fu costruito nella township nera di Soweto, fuori Johannesburg, specificatamente per la popolazione nera. I neri sudafricani che all’inizio del secolo erano meno di 3 milioni hanno potuto beneficiare delle conoscenze dei boeri per poter attuare un enorme aumento demografico, la richiesta di manodopera nelle miniere del Transvaal ha contribuito a favorirne l’immigrazione aumentandone la popolazione al punto da causare politico di controllo della popolazione che avrebbero poi deprecabilmente preso forma nell’apartheid.