Intervista e risposte
Non sapevo veramente come intitolare questo post che, al contrario di quello che faccio, sarà un pochino lunghetto
Intanto mi è capitato di leggere questa intervista fatta al “Maschio beta” (e cambia almeno nome )
https://puttanalibera.wordpress.com/ilmaschiobeta/
– Come descriveresti la parola “femminismo”? Cosa ti rende femminista?
Per me il femminismo è principalmente due cose. Prima di tutto, la presa di coscienza di una delle più grandi discriminazioni nella storia umana, il sessismo perpetrato dagli uomini nei confronti delle donne: una struttura mentale che abbraccia tutte le età e qualsiasi tipo di società e che è così inculcata nelle nostre menti che a volte risulta difficile rendersi conto della sua esistenza.
Beh ,ci sono anche società cosiddette “matriarcali”,saranno anche minori, ma vengono prese ad esempio da molti siti femministi
La seconda parte della mia definizione segue la prima ed è la determinazione di affrontare e combattere quest’ingiustizia sociale; l’obiettivo sarebbe quello di iniziare a concepire qualunque essere umano per ciò che è: semplicemente un essere umano, il cui destino non è determinato dal proprio sesso o dal proprio genere. Spesso si fraintende il signfiicato di “femminismo” e lo si limita alla lotta per le pari opportunità sul lavoro, o poco più di questo. Limitando la nostra definizione alle discriminazioni a livello legale, è facile comprendere che una volta che siano state corrette dalla legge, non avremmo più bisogno del femminismo.
Beh ,per quello si è andati anche oltre, cioè che le leggi tutelino più una parte piuttosto che l’altra , comunque sia sono d’accordo che siamo tutti esseri umani ,quindi che i siti femministi (ma non solo) la finissero di sparare a zero contro gli uomini rei di qualsiasi male del mondo, si farebbe un enorme passo in avanti
Tuttavia, il femminismo di terza ondata ha dimostrato che c’è ancora molto su cui lavorare, anche nelle nazioni occidentali, perché non abbiamo ancora affrontato il nucleo della discriminazione: colpevolizziamo ancora le donne quando sono stuprate, le colpevolizziamo non solo quando lasciano i mariti ma anche quando i mariti le lasciano, consideriamo le donne poco più di quello che hanno fra le gambe e le giudichiamo negativamente sia quando fanno sesso e sia quando non lo fanno (lo slut shaming è vivo e ben diffuso un po’ ovunque), ignoriamo i problemi delle donne considerandoli di poco conto, ci rendiamo conto solo raramente della bassa presenza o della cattiva rappresentazione delle donne nei media… In altre parole, siamo ancora lontani dal considerare le donne come esseri umani. Ho scelto di diventare femminista perché volevo aiutare altre persone a raggiungere lo stato di “essere umano” che posso avere semplicemente perché sono un uomo; e anche perché, in tutta onestà, so che la parità e il rispetto sono il futuro e quando i miei figli mi chiederanno cosa ho fatto in tal proposito, non voglio che la risposta sia “non ho fatto nulla”.
Per quello si indica come sfigato anche un uomo che fa poco o per niente sesso (vedremo, come sempre dal resto, che il maschio beta da la colpa al patriarcato) invece i problemi degli uomini vengono presi in considerazione , non per nulla il 90 % dei morti sul lavoro sono uomini 3 su 4 dei senza tetto sono uomini ,i suicidi sono prettamente maschili (vedremo che, anche in questo caso, la colpa è del patriarcato), Le donne nei media ? Non saprei (io di donne che conducono programmi ne vedo) comunque sia, in televisione, degli uomini se ne parla poco e di quel poco male
Considerare le donne non come esseri umani ? Non so lui, ma io non ho mai pensato il contrario ,come mi dici maschio beta”? Magari che vuoi fare il “white knight” della situazione (l’impressione è quella)
– Quando hai iniziato a definirti femminista? Perché credi che un uomo debba usare questo termine?
In realtà, mi ricordo la data ben precisa. Era il 24 settembre del 2014, dopo aver ascoltato il discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite dove ha inaugurato la sua campagna #HeforShe: stava chiamando gli uomini a supportare il progetto femminista e io ho risposto alla chiamata. Ho sempre creduto che le donne meritino pari opportunità e pari trattamento ma prima non credevo di poter essere d’aiuto: i problemi mi sembravano così diffusi e profondi, che non riuscivo neanche a pensare a cosa potessi fare concretamente! Inoltre, avevo difficoltà a definirmi femminista: prima di tutto perché credevo riguardasse le donne e che come uomo non potessi farne parte; in secondo luogo credevo che la parola implicasse “misandria”! Ecco, anche questa è una delle tante cose di cui ora mi vergogno
Da buon soldato ha risposto alla chiamata( la strada dei white knight si sta facendo sempre più luce) e peccato perchè la prima impressione era quella esatta, cioè “misandria” fosse che fosse che non era del tutto sbagliata questa impressione
Iniziando a conoscere sempre più femministe/i, sia dal vivo che su internet, sono uscito fuori da quell’insoddisfazione e adesso trovo che definirmi femminista in tutti i miei intenti e obiettivi mi stia più che bene. Certo, sono consapevole che alcune attiviste preferirebbero che mi definissi un “alleato”. Non ho problemi in questo, ma credo che la parola “femminismo” sia ancora molto stigmatizzata e come uomo vorrei aiutare a smantellarla: sono un uomo cis etero, bianco e senza disabilità fisiche (un default man, per citare Grayson Perry) e se in quanto tale non trovo nulla di sbagliato nell’utilizzo di questo termine, forse altri uomini mi seguiranno e si sentiranno incitati ad utilizzarlo. Ricordiamoci che per il default man il femminismo è difficile da processare, per questo propongo di lasciare definizioni alternative come pro feminist o “alleato” da parte per il momento.
Anche qui ,non ti mai acceso una lampadina o una spia che , in quanto uomo, non eri ben visto in certi ambienti ?
– Quando hai aperto il blog “Il Maschio Beta”?
Ho aperto il mio blog con l’annessa pagina Facebook due anni dopo l’esser diventato femminista. Nelle settimane precedenti all’apertura avevo cominciato a sentirmi poco benvenuto nei gruppi femministi a cui partecipavo (uno qui a Londra e l’altro online); avevo percepito una sorta di rifiuto sul piano personale ma il problema principale era il mio ruolo come uomo in un gruppo femminista: come mi si poteva dar voce nei gruppi in cui le donne volevano parlare di sé stesse, dar voce ai loro problemi e alle possibili risoluzioni? Come prendere parte ai loro discorsi? Ci si aspettava semplicemente che ascoltassi? Se sì, cosa? Come ci si aspettava che cambiassi le cose? All’epoca aiutavo un’amica a gestire una pagina Facebook e dopo aver scritto un post chiedendo agli uomini di non rimanere in silenzio di fronte ai femminicidi, la mia amica mi ha consigliato di aprire un blog.
Certo che qui la spia deve aver iniziato a lampeggiare sempre con più insistenza. ma mi sa che questo qui è quello che si trova senza benzina per strada e si chiede come mai ,allora il colpo di genio ,gli uomini sono colpevoli di tutto (unico modo per essere ascoltato dalle femministe)
– Che benefici credi che il femminismo possa portare agli uomini?
Come ho già detto nella risposta precedente, sono diventato femminista dopo aver ascoltato il discorso di Emma Watson. Uno dei suoi argomenti principali per invitare gli uomini a unirsi alla causa riguarda il danno fatto dal patriarcato agli uomini; posso tranquillamente dire dopo aver passato un po ‘di tempo a riflettere sull’uomo e sul concetto di mascolinità (così come dopo aver avuto la mia esperienza su quanto possano essere dannosi i preconcetti sulla mascolinità) ho scoperto che è tutto tristemente vero: dalla pressione psicologica dell’ “essere un uomo ” all’aumentato numero di suicidi, la maggior parte delle sofferenze percepite degli uomini, anche se alcuni vorrebbero incolpare il femminismo, sono in realtà colpa del patriarcato; quindi, abbracciare una cultura più tollerante e accogliente non può fare altro che fare del bene agli uomini. E questo non si applica solo ai default man come me: ci sono categorie di uomini che raramente riconosciamo come uomini ma che, in realtà lo sono! Gli uomini gay, tanto per cominciare: pochi giorni fa stavo leggendo i risultati di un sondaggio da cui emerge che ciò di cui la maggior parte degli uomini gay ha paura è essere percepito o considerato come troppo femminile e non abbastanza virile. Uno degli insegnamenti fondamentali del femminismo, almeno per me, è che essere associato alle donne e/o alla femminilità non è qualcosa di cui vergognarsi o spaventarsi (forse solo quando è uno strumento utilizzato dal patriarcato volto per perpetuare la sottomissione a danno delle donne – ma questa è un’altra questione). Quanto ne beneficerebbero i nostri fratelli gay se non contribuissimo a farli sentire in colpa per ciò che sono e se smettessimo di farli vergognare di sé stessi? E un ragionamento simile può essere applicato a ogni uomo che non appartiene a un gruppo rispettato o a ogni uomo che non corrisponde a determinati criteri di presunta “mascolinità”: uomini poveri, uomini di colore, uomini trans …
(A proposito: siamo così abituati a pensare a “uomo” come equivalente a “uomo predefinito (default man)” che dimentichiamo che un uomo può benissimo non essere bianco, cis e privo di disabilità …)
Ed ecco la parola magica “Patriarcato,con una sola parola si sconfiggono i mali del mondo
Gli uomini sono tutti colpevoli …. patriarcato
Gli uomini si suicidano …. patriarcato
Cade n meteorite sulla terra .. patriarcato
Eppure esiste il femminismo che ,strano a dirsi ,indica nel genere maschile (meglio se bianco ed etero,cosi si mettono al riparo dal razzismo) indice dei mali del mondo ,poco importa la condizione sociale di quest’ultimo, mai visto il femminismo cosi simile al patriarcato , eppure uno è buono l’altro è il cattivo
– Pensando alla società italiana, cosa credi che possa essere migliorato per quanto riguarda i diritti delle donne?
Limitandomi ai diritti legali, le prime due discriminazioni diffuse (e, a mio avviso, piuttosto sottovalutate) che mi vengono in mente riguardano le casalinghe e le prostitute. Lo stato sociale italiano dipende ancora dalla disponibilità delle donne a svolgere mansioni domestiche e ad occuparsi della crescita dei bambini; tuttavia, tutto ciò avviene gratuitamente: le casalinghe non vengono ancora pagate per quello che fanno, residuo di un’epoca in cui il contratto sociale riconosciuto era che l’uomo usciva per provvedere economicamente alla famiglia, mentre la donna rimaneva in casa ad occuparsi della casa, a cucinare e a pulire. Oggigiorno naturalmente molte più donne hanno un lavoro, e i padri apparentemente hanno iniziato ad occuparsi un po’ di più dei propri figli, ma il peso della cura della casa ricade ancora pesantemente sulla donna (OCSE-Sole 24Ore). O iniziamo a pagare le casalinghe (ma non sono sicuro che ciò possa essere fattibile a livello finanziario per lo Stato) o ci impegniamo seriamente per il cambiamento: permettere alle donne una maggiore flessibilità lavorativa, o concedere agli uomini estesi permessi di paternità paternità, assicurandosi che li prendano, o trovando un equilibrio fra le due opzioni, o qualcosa di totalmente diverso … Io non sono un economista quindi non so cosa potrebbe funzionare meglio; il problema, tuttavia, è ancora lì e dovremmo trovare presto una soluzione.
Non so ,io conosco uomini che danno una mano in casa, anche il sottoscritto ,seppur essendo misogino, non ha una schiva di “default” (come dovrebbe essere in qualsiasi paese maschilista, e che diamine) e si arrangia a fare un pochino di tutto ,siamo nel 2018 ormai e anche il lavoro della casalinga (al quale gli si deve il giusto rispetto) non è più come una volta
Questo si ricollega direttamente con la seconda parte della mia risposta, che si concentra sugli atteggiamenti che non possono essere riparati con la legge, ma sui quali dovremmo ancora riflettere. Come ho già detto nella mia prima risposta, viviamo ancora in una società profondamente misogina, e l’Italia lo è ancora di più rispetto ad altre nazioni in Occidente. Non aiuta dire che fino a qualche settimana fa le donne non potevano guidare in Arabia Saudita: dovremmo mirare al meglio, non paragonarci a nazioni che nell’ambito dei diritti, stanno messe peggio di noi! Dobbiamo cambiare la mentalità di un paese che puzza ancora di maschilismo latino, moralismo cattolico e machismo fascista: gli uomini devono imparare ad assumersi la responsabilità per il sessismo, il razzismo e ogni discriminazione a cui contribuiscono; le donne dovrebbero smettere di farsi la guerra sulla loro “purezza” e “rettitudine” (in parole povere, il tipico atteggiamento di “non sono come le altre donne”); nei casi di violenze e ricatti sessuali come il revenge porn, lo stupro, il femminicidio, dovremmo smettere di incolpare le donne (che spesso si limitano a fare scelte che potrebbero semplicemente non piacerci), e iniziare a incolpare gli uomini se c’è colpevolezza da parte loro; più in generale, tutti dovremmo iniziare a pensare che le donne possano impegnarsi quanto gli uomini e ad arrivare a risultati pari se non migliori, in ogni ambito: nella politica, nell’economia, nell’industria, in ambito militare, nell’istruzione.
Colpevolizzare le donne? Io leggo che la colpa è sempre degli uomini ,evidentemente i casi sono due , o leggiamo cose diverse ,o il sottoscritto non sa leggere ,comunque chiude con una chicca “le donne sono uguali se non migliori degli uomini” in qualsiasi campo , non in quello dove si rischia la pelle (si ha scritto anche in ambito militare ,ma fa finta di non sapere che le donne,difficilmente, vengono mandate in prima linea )
Ha saltato lo sport ,beh li è difficile che una donna batta il record mondiale dei 100 metri (ovviamente parlo di donna e uomo ben allenati)
In conclusione CARO MASCHIO BETA cosa non si fa per farsi ben volere dalle femministe ,comunque ritenta sarai più fortunato
Mauro, ricorda sempre bene una cosa: più deficiente di una femmina femminista può esserci solo un maschio femminista.
Trattasi di soggetti contro i quali mi scontrai già in epoche pre internet e pre social, per cui so con certezza che sono elementi assolutamente irrecuperabili.
…se poi realizzano d’essere femministi dopo aver ascoltato il discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite!
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Mi son sempre chiesto: cosa riduce un (…ehm) uomo in queste condizioni?
L’inquinamento elettromagnetico?
…l’assunzione di polifosfati?
…la scarsità d’attenzioni femminili?