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Chiamata alle armi

2 dicembre 2014

blood

Questo screenshot deriva dal gioco Blood (un vecchio gioco dos stile  doom) tanto per andare nel dettaglio episodio 3  livello 1

Farewell to arms

Altro che  addio alle armi ,in questo post  le armi le vogliono impugnare eccome

http://paroladistrega.wordpress.com/2014/12/02/le-une-per-le-altre/

Naturalmente il fattore scatenante  è quello che  successo ieri che  ho citato nel post  precedente

Il 25 novembre abbiamo ricordato la GIORNATA INTERNAZIONALE della lotta alla VIOLENZA DI GENERE. E dopo pochi giorni,  vediamo oltre 200 “like” per un post in una bacheca di Facebook che dice : ”Sei morta troia”. Scritto da un uomo che ha ucciso la ex moglie. Da notare che la maggior parte dei “like” risulta successiva alla notizia del femminicidio (che girava ovunque).

http://www.ansa.it/campania/notizie/2014/11/30/uccide-lex-moglie-a-coltellate_ec23e091-98a2-4841-86ad-ba87ae886c20.html

Dei like ne ho parlato prima  e non ci ritorno ,comunque sono della linea di comunisti contro il femminismo misandrico , sia chiaro che dare i like  per una cosa del genere è da “dementi” ..andiamo avanti

A che serve  proclamare giornate di lotta alla violenza di genere? A che serve se poi vediamo dilagare un odio, una misoginia, una cultura della violenza, un implicito (o esplicito) incitamento al femminicidio? Like. Gente a cui piace la violenza o la minaccia di violenza  o l’idea della violenza di genere.

Come detto sopra dare like  è da dementi (lo ripeto ,spera che  si capisca)

L’ho detto e ridetto: c’è da lottare ogni giorno. L’ho detto e ridetto: non dobbiamo farne passare mezza. Perché lo schifo te lo ritrovi ogni giorno sotto il naso. E nessuna di noi, oggi, può permettersi di dire “non mi riguarda”.

La VIOLENZA DI GENERE riguarda tutte:  dalla prima all’ultima, dalla più anziana alla più giovane, senza distinzione di etnia-cultura, di appartenenza politica,  di titolo di studio, di professione-lavoro. Tutte. Ci riguarda tutte.

Qui è già chiaro dove si vuole  parare ci riguarda TUTTE  ,quindi la violenza di genere  vale solo per un senso ,si vede che  è impossibile  che avvenga anche  il contrario uomo carnefice e donna  vittima  ,sempre e comunque …

E non solo perché  NESSUNA DI NOI  E’ AL SICURO dalla violenza di genere (l’azione  violenta capita in famiglia, capita per strada, capita ovunque), ma anche perché ciascuna di noi deve sentire l’OBBLIGO MORALE DI INTERVENIRE, aiutare, sostenere le altre donne in pericolo. Non importa essere psicologhe o operatrici di centri antiviolenza: certo, le professioniste fanno il loro lavoro e lo fanno bene. Ma qui si tratta, come DONNE, di dire “basta” nel quotidiano, ogni volta che vediamo o sospettiamo situazioni di violenza di genere. Dalla vita reale a quella virtuale (che è reale pure quella, molto reale).

Ricorda  le ronde  padane  (a proposito di femminismo= leghismo) che  poi non è una novita vista che  la signora Marina Terragni auspicava di farsi giustizia da sole ..vedi un uomo e giù botte

L’OBBLIGO MORALE. Già, quello. Quello che deve farci ribollire il sangue quando vediamo o veniamo a sapere che una nostra sorella subisce VIOLENZA. E questo “ribollire il sangue” lo dobbiamo sentire tutte. Per forza. E’ un nostro dovere di esseri umani, donne, sorelle, madri, figlie, amiche. LE UNE PER LE ALTRE.

Se una sorella  subisce violenza  (solo sorella  ,un uomo fotte sega) deve farci ribollire il sangue  ,invece si può tirtare un sospiro di sollievo se è un uomo ,in fondo quello se lo merita

Sì, certo. So che ci vorrebbe una legge idonea sul femminicidio (e non quella attuale). So che servirebbe un’educazione e rieducazione dei generi. So che servirebbe un’evoluzione culturale. Ma nel frattempo? Crediamo che tutto questo si possa ottenere ora? Subito? Non è così. Non raccontiamoci favole.

E allora, nell’attesa che si fa? Cosa facciamo noi donne? Noi normalissime donne?

Quale  sarebbe questa legge idonea ? Sarei curioso di saperlo …

Rieduchiamo i generi ? Al rispetto reciproco magari che  sarebbe anche  una buona  idea, ma  qui ho paura che si parla  di rieducare solo il genere maschile ,quel bieco genere maschile

Abbiamo solo una possibilità: dobbiamo cercare di vivere, applicare, diffondere unaCULTURA della NON VIOLENZA DI GENERE. Ciascuna di noi: con le proprie possibilità, con i propri mezzi, con le proprie capacità. Sì, almeno noi donne cerchiamo, una volta per tutte, di essere unite e combattere lo schifo dilagante della VIOLENZA DI GENERE e del FEMMINICIDIO.

Come  si applica questa cultura ? Lo vediamo di seguito

Non facciamoci prendere dal timore di essere considerate bacchettone, femministe, rigide-frigide, rompipalle.

Interveniamo. Parliamo. Contrastiamo. Diciamo “no!”: anche di fronte a una sola frase. Certo, condannare-criticare una frase violenta non risolve la VIOLENZA DI GENERE, ma certo ne ostacola il cammino, l’evolversi, la capacità di contaminare e diffondersi. La violenza di genere è un male pericoloso, radicato e sempre più forte e presente: contrastarla è nostro diritto e dovere.

Poniamoci il problema di essere sempre in prima linea: perché questa, care donne, è una guerra e va combattuta con tutta la forza, la rabbia e la dignità che abbiamo in corpo.

LE UNE PER LE ALTRE.  E’ l’unica ancora di salvezza.

Il timore non c’è per niente ,già lo siete 😀 …..comunque la non violenza la si combatte con la guerra

Mi ricordano quelli che  ,per esportare la democrazia , bombardano con i missili contro le case di fango

In conclusione  questo post mette ,come  al solito oserei dire, i cattivi uomini da una parte e le donne  buone  dall’altra

Senza mai pensare ,anche  per un solo momento che  potrebbe (lo so che  cadrebbe dalla sedia  per la  notizia sensazionale) accadere anche il contrario ,perchè se vediamo delitti famigliari

Qua si parla delle  94 donne  ,ma si dimentica completamente dei 73 uomini ….

UNA LEGGE SUL FEMMINICIDIO NO RICORDEREBBE LE LEGGI RAZZIALI DI FASCISTA MEMORIA ? 

11 commenti leave one →
  1. 3 dicembre 2014 11:56

    A parte che nella società tradizionale le donne erano molto più protette e tutelate perchè non si toccavano “neanche con un fiore”, altro che oppressione maschilista. Nel titanic le donne di terza classe valevano come gli uomini di prima. Nelle società femministe la violenza sulle donne è maggiore proprio perchè c’è l’uguaglianza totale.
    Il femminismo, oltre che misandria, è violenza sulle donne innanzitutto! Il femminismo è una montagna di merda.

    • 5 dicembre 2014 18:07

      Antifemminismo ragusa ,a dire il vero ,le percentuali erano molto inferiori di morte anche per le donne di 3 classe mi sembra 16 % per le donne e un 47 % per gli uomini di prima classe ,poi bisogna vedere il numero assoluto perchè ,ti faccio un esempio . un 16 di 10000 è diverso da un 47 di 100 ..comunque è un dato di fatto che gli uomini erano persone sacrificabili ..più erano poveri e più lo erano … ed è un dato di fatto ,comunque riporto il bell’articolo di Rino dalla Vecchia su uomini beta , non so se il femminismo sia violenza sulle donne, ma di certo c’è una gran dose di misandria quello si …

  2. 3 dicembre 2014 12:07

    Se il titanic affondasse oggi si salverebbero molti più uomini perchè c’è la parità ma i media parlerebbero non di emancipazione ma di violenza sulle donne e darebbero la colpa sempre agli uomini e al patriarcato.

    • 5 dicembre 2014 18:10

      Non ne sono convinto di questo ,no nella seconda parte che mi trovi d’accordo ,ma che si salvassero molti uomini ,quando la nave affonda vedrai che le femministe non rivendicano di essere uguali agli uomini e cercheranno una scialuppa ..infatti chiedono quote rose nei posti di comando ma non nei posti dove si muore e non è un caso

  3. armando permalink
    3 dicembre 2014 13:32

    quoto antifemminismoragusa. I maschi, fra di loro, hanno sempre usato un codice comunicativo che in ultima analisi prevede lo scontro fisico, quindi violento. Con le donne era totalmente diverso, salvo ovvie eccezioni perchè la violenza fra esseri umani c’è sempre stata. Verso le donne il codice comunicativo escludeva la violenza a priori, anzi in quello stesso codice era implicita la protezione maschile.
    Le donne hanno reclamato e ottenuto l’uguaglianza giuridica (benissimo, ci mancherebbe), ma anche l’uguaglianza nei rapporti interpersonali. Questo è l’esito, perchè se ci si considera uguali sotto ogni punto di vista, l’unica differenza che rimane in piedi è quella della forza fisica, e chi la possiede la usa di più di chi ne possiede meno. Non è vero che le donne per natura sarebbero meno violente degli uomini (basta considerare che le violenza verso bambini e anziani sono attuate in grande maggioranza da donne). Fossero forti come gli uomini quella forza l’applicherebbero eccome.
    Non fossero fenomeni tragici, verrebbe da dire “E’ la parità, bellezza!”. Ma vai a farglielo capire!

    • Dolce Alice permalink
      4 dicembre 2014 19:50

      Non ho mai subito abusi di nessun tipo da nessuno degli uomini con i quali ho avuto una relazione. Però, da quel poco che ho visto o sentito riguardo ad altre coppie, non direi che per una donna l’essere picchiata sia la conseguenza della parità. Al contrario, è molto più facile che siano le più entusiaste ammiratrici dell’alpha dog e dei ruoli tradizionali, ad incappare in un destino simile. A meno che non si intenda una parità nella brutalità e nell’assenza di rispetto, dal momento che è molto comune che in coppie simili le botte siano reciproche: certo, chi ha meno muscoli rischia di prenderne di più.
      Mi è rimasta impressa a lettere di fuoco il commento di una gitana di Tres Milles Viviendas, il famigerato quartiere gitano, riportato nel saggio: “Dire il canto”: “Le botte, no! Tu, mostra la tua fierezza e non sarai picchiata!” E parliamo di un contesto a dir poco problematico, nel quale subire violenza non è insolito : abitato però da donne che nutrono nella propria personalità e dignità una fiducia che dovrebbe solo ispirare vergogna, alle nostre agiate e lagnosissime attiviste del nulla. Lasciamole ai loro melodrammi: è l’unico modo che hanno per illudersi di avere qualcosa di significativo da rappresentare o da fare. Poverette.

      • Paolo permalink
        7 dicembre 2014 12:26

        purtroppo il maschio che si atteggia ad alpha dog ha le stesse probabilità di essere o non essere violento con la compagna di chi alpha non sembra

    • 5 dicembre 2014 18:25

      Ringrazio Armando con il suo primo intervento nel mio blog ,anche se ci conosciamo da vecchia data grazie ad uomini beta 😀 ….ma qui voglio rispondere ad Alice …. se ragioniamo a grandi numeri (ho scritto anche un articolo) dove il gender gap è quasi uguale a 1 (che vuol dire parità , poi usano metodi poco attendibili ,ma è un altro discorso) sembra che la violenza sulle donne sia maggiore ….Ti dico come la penso io ..non ho certamente inventato questo blog per avere la “schiava” , ho formato questo spazio per dare voce a chi è bannato dai posti femministi e per dire la mia opinione ,come vedi non censuro per rispetto a chi è morto per potere che io oggi scrivessi qui…ovvio ce post e post perchè se iniziano a volare gli insulti ,allora è una baruffa e non una discussione… detto questo uso un buon pensiero ,sempre di Rino dalla Vecchia “XXXXX (nome ) ha scoperto un blog sulla questione maschile , avendo capito tutto al volo , crede che sia un posto dove si relega la donna in cucina ,inutile dire che CI HA SCOPERTO” ..Faccio un esempio personale …. dove lavoro ci sono alcuni musulmani, per uno mostrare solo la foto della moglie sembra quasi un sacrilegio ,ad altri invece sono andato a casa loro e ho parlato con la moglie tranquillamente vedi Alice , non c’è una regola fissa dove vedono gli uomini tutti stupratori (secondo alcune) la verità può avere anche molte altre facce

      • Dolce Alice permalink
        6 dicembre 2014 22:34

        Assolutamente d’accordo (come penso si evinca dal mio post)!

    • Daniele permalink
      7 dicembre 2014 15:47

      Armando
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      Le donne hanno reclamato e ottenuto l’uguaglianza giuridica (benissimo, ci mancherebbe), ma anche l’uguaglianza nei rapporti interpersonali. Questo è l’esito, perchè se ci si considera uguali sotto ogni punto di vista, l’unica differenza che rimane in piedi è quella della forza fisica, e chi la possiede la usa di più di chi ne possiede meno. Non è vero che le donne per natura sarebbero meno violente degli uomini (basta considerare che le violenza verso bambini e anziani sono attuate in grande maggioranza da donne). Fossero forti come gli uomini quella forza l’applicherebbero eccome.
      Non fossero fenomeni tragici, verrebbe da dire “E’ la parità, bellezza!”. Ma vai a farglielo capire!
      >>>>>>>>>>

      Già…
      In proposito riporto questo video risalente a ventuno anni fa (Lucia Rjiker vs Somchai Jaidee) nonché il commento di un americano intelligente…

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      Jack Donovan once wrote:
      (A woman has much to gain and very little to lose by competing with a man who she thinks she can beat. No one will think her less of a woman for losing, because womanhood has nothing to do with competing with men. But if she beats a man, it will be a triumph of David over Goliath. Men will cheer her on, because in squaring off with a man she shows courage, and everyone loves an underdog.
      But what does the man have to gain? He shows no courage by entering the ring with a woman. He is expected to win. If he does, his victory is shallow and unsavory. He gains no honor in beating a woman—the idea is offensive even to a modern man’s vestigial sense of chivalry. Imagine the sportscaster shouting about how he “really slaughtered her.” How ignoble!
      And if he loses, the loss is so much more humiliating. While her womanhood is never in question, his masculinity is on the line. He ends up looking like a poor specimen of manhood. Women won’t respect him, and men will be ashamed to be associated with him. He would be better loved by all for cheating and obviously throwing the fight, or for graciously bowing out. To give maximum effort and be bested by a woman is emasculating, no two ways about it. The same rules simply don’t apply. “Apples and orange.”)
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